Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha fatto visita questa mattina allo stabilimento Menarinibus di Flumeri (Avellino) per la presentazione del piano industriale illustrato dal patron del Gruppo Seri Industrial, Vittorio Civitillo – proprietario al 99% dell’azienda dopo la fuoriuscita dei turchi di Karsan, di Leonardo e Invitalia e recentemente entrato in partnership con i cinesi del gruppo Geely, che si occuperà di componentistica, ai quali ha ceduto il 25% della proprietà.
Toni carichi di ottimismo, quelli del ministro, che parla di una vera e propria svolta industriale e vede nel futuro di Menarinibus il successo di una delle aziende storiche dell’automotive italiana soprattutto attraverso la produzione di bus elettrici per il mercato nazionale e internazionale. Un piano di rilancio “pienamente sostenibile”, con la presenza degli attori cinesi – già operativi in Europa – che si pone a garanzia del risultato.
La strada, quindi, è quella “giusta”, in cui ognuno è chiamato a fare la sua parte. Il riferimento è anche alle organizzazioni sindacali, con le quali il ministro vanta frequenti e proficue interlocuzioni sin dall’inizio dell’odissea Menarinibus (ex IIA). E sembra rispondere anche all’appello lanciato qualche giorno fa da Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM Avellino e RSU Menarini Flumeri, che in un comunicato unitario hanno chiesto al ministro “di fare chiarezza sul ruolo che potranno avere non solo per il rilancio dell’unica azienda italiana specializzata nella produzione di autobus per il trasporto pubblico, ma anche dell’intero territorio”.
Inoltre, proseguono i sindacati, al titolare del Mimit “chiediamo di farsi garante degli investimenti previsti per il rilancio dell’attività e per la salvaguardia occupazionale, anche dei lavoratori indiretti che, finora, hanno lavorato nelle società terze impegnate in attività all’interno dello stabilimento”. A questo appello Urso sembra aver dato adito parlando della possibilità di altre assunzioni conseguenti al rilancio industriale. E quanto alla richiesta di chiarezza sul ruolo dei cinesi di Geely nel rilancio della supply chain, “con l’impegno che questo non dovrà impattare in maniera negativa sugli attuali fornitori diretti”, Urso ha assicurato che “il governo terrà accesi i fari sulla gestione del piano di rilancio”.
Molte promesse, anche se resta l’amaro per la mancata convocazione di un incontro di aggiornamento con le parti sociali prima della visita a Flumeri. Così Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità: “Prima di tale iniziativa [la visita allo stabilimento di Flumeri, ndr] sarebbe stato opportuno avere un riscontro alla richiesta unitaria di convocazione al Mimit per un approfondimento rispetto lo stato di avanzamento del piano industriale e degli annunciati nuovi assetti societari”. Ma anche per aver “ignorato” l’altro stabilimento Menarinibus, quello di Bologna: “Si evidenzia, inoltre, che l’azienda è composta dai due stabilimenti, di Bologna e di Flumeri; analoga attenzione avrebbe dovuto essere rivolta al sito bolognese, alle sue lavoratrici e ai suoi lavoratori”.
E per recuperare, Urso ha convocato a palazzo Piacentini il tavolo di confronto su Menarini il 10 febbraio alle ore 15.00. Saranno presenti i rappresentanti dell’azienda, delle organizzazioni sindacali e degli enti locali.
e.m.