Come può un piccolo comune del sud della Toscana passare, nel giro di dieci anni per le europee, dal 64% del Pd nel 2014, al 40% del Partito Democratico e 31% delle Lega nel 2019, per arrivare sempre a una conferma del partito guidato da Elly Schlein con il 41% ma con Fratelli d’Italia che arriva al 31%, sostituendo Salvini nello spazio politico che aveva occupato cinque anni fa? Disillusione nei valori di una certa tradizione politica? Un bipolarismo latente che è esploso nel momento in cui nella destra si sono presentati due candidati forti?
Tutto sta nella prospettiva che si vuole scegliere, e se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Il Pd si conferma prima lista in tre tornate elettorali e, nonostante i cambi al vertici, le lotte intestine e l’impasse, sul piano nazionale, con le varie alleanze, c’è una fetta di votanti che continua a credere negli ideali europei professati dal Pd. Sicuramente il calo è significativo, con 24 punti percentuali lasciati per strada, e pensare che gli eredi del Movimento Sociale prendano il 31% in realtà dove la sezione del Partito Comunista era praticamente attaccata alla chiesa fa storcere un po’ il naso.
E se guardiamo alla mia microscopica frazione FdI batte PD di 8 punti, e Meloni raccoglie più del doppio delle preferenze di Schlein. Un entusiasmo nel dare il proprio supporto a Giorgia Meloni detta Giorgia che si è tradotto in un Giorgia forever di un elettore/elettrice particolarmente motivato/a o disattento/a. E nel guardare i candidati delle 12 liste presenti nella circoscrizione III dell’Italia Centrale i vari detti e dette erano molti. Giorgia Meloni detta Giorgia, Elena Ethel Schlei detta Elly, Sergio De Caprio detto Ultimo detto Capitano Ultimo, e così via. E c’è anche chi, pensiamo per l’emozione, ha indicato come preferenze alle europee candidati alla carica di consigliere comunale.
L’affluenza ha toccato il 70%, merito della concomitanza con le elezioni amministrative, con l’elettore centenario che si presenta puntuale alle ore 15 del sabato, in piena canicola. Per inciso la lista alle comunali era solo una, e lo spettro dell’astensionismo ha fatto temere molti che non si arrivasse al quorum del 40% per nominare il nuovo sindaco.
Piccola annotazione di carattere economica. Ovviamente chi fa il presidente di seggio o lo scrutatore non è certo mosso unicamente per l’emolumento che poi riceverà. Le motivazioni alla base dovrebbero essere altre. Tuttavia se guardiamo solo alle ore effettive riservate al voto, senza contare il tempo riservato all’apertura, all’allestimento dei seggi e allo scrutino, il compenso orario di uno scrutatore è di 3,50 euro all’ora, un presidente arriva a 4,50.
Altro che salario minimo.
Tommaso Nutarelli