Nei giorni scorsi Unicredit ha annunciato nell’ambito del piano per l’unificazione di tutte le banche appartenenti al gruppo 4700 tagli, il Diario del Lavoro ha chiesto un parere al segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale.
Cosa rispondete a Unicredit?
Abbiamo evidenziato la drammaticità della situazione, Unicredit esce già da una situazione in cui sono stati operati forti tagli a seguito della fusione con Banca di Roma, intervenire di nuovo in modo così radicale nel pieno di una crisi crea una situazione estremamente difficile per i lavoratori. Come sindacato siamo disposti a ragionare con Unicredit purché si individui un percorso per cui i tagli non si trasformino in licenziamenti, ma in uscite incentivate e laddove possibile in pensionamenti. In cambio però chiediamo al gruppo di assumere giovani neolaureati con contratti a tempo indeterminato e che rispettino il contratto nazionale.
Quindi siete disposti a trattare?
Sì a patto che si discuta anche del piano industriale e di garanzie occupazionali e che vi sia un monitoraggio dell’impatto reale del piano.
La vertenza Unicredit è paragonabile a quella Fiat?
Immediatamente abbiamo chiesto a Unicredit di non seguire il modello del lingotto di destrutturazione del contratto nazionale. Devo dire che la risposta avuta è stata positiva. Questo dimostra che nel paese vi sono ancora buoni esempi di relazioni industriali con aziende che rispettano il contratto nazionale e sindacati pronti a fare la loro parte responsabilmente.
Cosa pensa del piano di unificazione di tutte le banche del gruppo Unicredit?
Il piano è indubbiamente interessante perché va nella direzione di avvicinare la banca ai territori. Poi bisognerà vedere se il gruppo riuscirà a essere più vicino alle esigenze delle imprese e delle persone. Inoltre il rafforzamento della componente libica tra gli azionisti della banca può essere una spinta al rafforzamento di Unicredit in Medioriente e in Cina.
Prima ha fatto riferimento alla necessità di assumere neolaureati come contropartita ai tagli. Avete fatto richieste precise?
Sì, penso che sia importante nel mezzo di una crisi occupazionale da cui non si uscirà prima del 2015, anche per l’assenza di politiche del governo, investire sui giovani. Per questo come Fisac Cgil abbiamo presentato un piano straordinario per l’assunzione di neolaureati che dovranno entrare nel gruppo con prospettive di crescita e con contratti che, al contrario di quello che avvenuto pochi mesi fa a Intesa Sanpaolo, non prevedano deroghe al contratto nazionale.
LUCA FORTIS