“Rinnovare il contratto nazionale è un diritto per tutti i lavoratori e lavoratrici della categoria. Per questa ragione, dopo l’interruzione delle trattative, sono partite le assemblee in tutti i luoghi di lavoro, insieme al blocco delle relazioni industriali nei gruppi dal 29 dicembre, e prevediamo lo sciopero generale del settore a fine gennaio, con l’obiettivo di rimuovere le pregiudiziali che hanno portato alla rottura del tavolo, ristabilire la pari dignità tra le parti e conquistare così il rinnovo del contratto nazionale di lavoro”. Così il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, replica alle parole di oggi del presidente del Comitato affari sindacali e del lavoro dell’Abi, Alessandro Profumo, a proposito della trattativa interrotta per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari.
“Ricordo a Profumo che – prosegue il dirigente sindacale – il contratto nazionale di lavoro è la carta costituzionale delle relazioni industriali nel settore ed è stato capace nella sua storia di produrre grande innovazione, non ultima la grande attenzione rivolta all’occupazione giovanile attraverso la costituzione del fondo per l’occupazione dei giovani. Per questo rinnovarlo è un impegno e un vincolo che riguarda non solo noi ma Abi stessa se ne deve far carico, superando quelle pregiudizi che nei fatti hanno impedito lo svolgimento di un vero negoziato, portando alla rottura. Anche noi – continua il leader della Fisac Cgil – come sindacato abbiamo chiare le difficoltà in cui versa il paese, e anche le prospettive del settore, per questo abbiamo avanzato una piattaforma snella, adeguata all’inflazione reale per tutelare il potere d’acquisto, capace di mettere al centro l’area contrattuale e l’occupazione, insieme ad un progetto di modello di banca al servizio del paese che sin qui i banchieri non hanno mai voluto discutere. È tempo anche per loro di un ‘ravvedimento operoso’”, conclude Megale.