Il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, condivide pienamente le dichiarazioni di Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia, riguardo il divieto di vendita agli sportelli di obbligazioni subordinate, in modo che solo investitori istituzionali possano acquistarli e non i semplici risparmiatori. Masi aggiunge che, anzi, questa norma dovrebbe essere già operativa da molto tempo.
Masi incalza: “Se Abi ci avesse ascoltato in fase di trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, quando nell’ormai lontano 8 luglio 2014, abbiamo presentato il nuovo modello di banca, più etica, più trasparente, legata al territorio e incentrata su un modello di sviluppo economico e non basato sulla finanza speculativa, forse tutto questo non sarebbe accaduto. Il primo passo che avevamo indicato – continua Masi – doveva essere un ritorno alla specializzazione, abbandonando il modello di banca universale e scorporare banca commerciale e banca d’investimento. Abi invece sosteneva che il nostro modello era inapplicabile tout court, in quanto ogni banca aveva un’organizzazione diversa al proprio interno”.
Masi sottolinea: “Se questi sono stati i risultati della diversa organizzazione delle banche è certo che avevamo ragione noi e che questo disastro, se fossimo stati ascoltati, si sarebbe potuto evitare. Non mi stancherò mai di ripetere che il problema principale restano, e sono sempre state, le scellerate pressioni commerciali che i dipendenti hanno dovuto subire in alcuni istituti. I dipendenti bancari non sono i carnefici, ma altrettante vittime di un sistema logoro che gli ha imposto la vendita di questi prodotti, talvolta anche sotto minacce. Come Uilca e come Sindacati, unitariamente, sono anni che denunciamo questo aspetto, da Rolo Banca 1473, a Banca 121, a BiPop, ma anche i media ci hanno ignorato, riprendendo solo sporadicamente le nostre denunce a riguardo”. Masi ribadisce: “Le banche devono difendere e tutelare le colleghe e i colleghi anche da azioni penali”.
Masi ricorda: “Non è un caso che nelle principali banche italiane si sono raggiunti importanti accordi per limitare il rischio di indebite pressioni commerciali. E’ evidente che questa situazione è stata creata da manager senza scrupoli, che avevano come unico obbiettivo il proprio profitto personale”.
“I responsabili di questo disastro devono pagare, anche penalmente, – conclude Masi – creando anche un daspo per il settore bancario, in modo che certi manager non possano più operare nel settore e non creino più disastri di queste dimensioni”.