Il responsabile del Comitato affari Sindacali e Lavoro dell’Abi Francesco Micheli, in un’intervista apparsa su Il Sole 24 Ore di oggi, venerdì 25 febbraio, ha detto che è possibile non parlare di esuberi nel settore del credito, ma in cambio di una riduzione degli stipendi dei lavoratori rientri. Per il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, la proposta è una provocazione. Per il sindacalista “se proprio è necessario tagliare le retribuzioni nel settore, si deve cominciare da quelle dei top management e dei dirigenti, molti dei quali peraltro hanno solo una funzione di controllo del personale e di pressione su chi svolge attività commerciale”.
Crediamo, ha aggiunto, “che Abi e sindacati abbiano di fronte sfide importanti e la Uilca è aperta a un confronto costruttivo, pertanto pensiamo che il rinnovo del Contratto Nazionale debba affrontare temi concreti e non bloccarsi sulla definizione di regole già sancite nell’accordo interconfederale del 2009, che l’Abi ha firmato e ora dovrebbe solo applicare, senza metterlo continuamente in discussione, ritenendolo troppo oneroso”.
“Allo stesso tempo – prosegue – non regge la logica che ci troviamo in una situazione analoga a quella del 1998, quando si dovette procedere a una epocale ristrutturazione del sistema del credito, perché la patrimonializzazione delle banche è certamente molto più solida e la distribuzione dei dividendi dimostra che le aziende hanno risorse da elargire”.
“In quest’ambito – aggiunge – va ricordato che l’attuale stabilità delle banche è stata raggiunta attraverso oltre un decennio di interventi in cui il sindacato e i lavoratori hanno dato prova di grande senso di responsabilità”. “Sempre con questo spirito – conclude – la Uilca è quindi disponibile a un confronto serio e costruttivo in merito a una revisione del Fondo di Solidarietà di settore, che però preveda salvaguardie e crescita professionale per i lavoratori”. (LF)
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