Nel settore del credito “si rinnegano gli impegni presi e si scaricano i costi solo sui lavoratori, partendo dai più giovani”. A dirlo è il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, che denuncia “quanto sta accadendo nel settore” che “ormai assume connotati gravi e pericolosi”. Infatti, spiega il sindacalista, dopo la sottoscrizione del contratto nazionale, che si fonda sull’obiettivo di sviluppare occupazione stabile e rientro di attività, le banche stanno operando in modo diametralmente opposto. In questo modo – aggiunge Masi – si scarica sui lavoratori il peso della riforma pensionistica, di cui le banche e i loro management non intendono farsi carico, quando invece erano in prima fila ad applaudirla e sostenerla.
La Uilca poi sottolinea che, “come sempre a distinguersi in arroganza e spregiudicata rincorsa ai tagli del costo del lavoro è il Gruppo Intesa Sanpaolo, che non ha confermato il contratto di apprendistato a diversi lavoratori giovani”. “Monte Paschi di Siena, invece, continua a puntare su esternalizzazioni di attività, in netto contrasto con le misure a favore di insourcing di lavorazioni e lavoratori previste del rinnovo contrattuale”. In Banca Popolare di Milano e Ubi si stanno svolgendo trattative molto difficili per la presentazione di Piani d’Impresa che prevedono sacrifici estremamente pesanti per il personale.
Per evitare tutto ciò da tempo la Uilca chiede che l’Abi si assuma in pieno il suo ruolo di agente contrattuale per il settore e apra un tavolo nazionale per definire regole precise entro cui gestire le procedure di confronto aperte nelle varie banche.
Tutto ciò non è avvenuto, ma di fronte al progressivo deterioramento delle trattative nelle varie aziende è oggi indispensabile che accada e che l’Abi fermi questa spirale negativa. Altrimenti per la Uilca è a rischio l’intero impianto di relazioni sindacali nel settore e non mancheranno iniziative di forte contrapposizione a dimostrarlo.