Il diario del lavoro ha sentito il segretario generale della Uilca Massimo Masi in merito al recente rinnovo del contratto nazionale del credito, arrivato dopo una lunga stagione fatta di trattative stop and go, di rotture, di scioperi e di attese.
Masi, siete soddisfatti dell’accordo raggiunto con l’Abi?
Si, ma non tanto per le cifre: considerato che le nostre richieste economiche sono state molto contenute, abbiamo invece voluto spingere su altri fronti. Siamo soddisfatti sopratutto per l’anima sociale di questo contratto, che permetterà ad esempio ai giovani assunti di ridurre la penalizzazione del salario di ingresso dal 18% al 10%. Oppure per il mantenimento del fondo per l’occupazione, la solidarietà espansiva e le garanzie occupazionali, queste ultime molto importanti.
Arrivare al rinnovo è stato arduo?
Direi di si. Noi veniamo da due scioperi, dalla disdetta del contratto integrativo, dalla minaccia di disdetta del contratto nazionale. Insomma, l’Abi era divisa e arrogante. Per esempio volevano fare una distinzione nell’area contrattuale, cioè non volevano far rientrare nel contratto nazionale certi tipi di lavori. Sulla parte economica non ci siamo spinti oltre e abbiamo ottenuto pressappoco gli stessi risultati degli altri contratti. Per fortuna Alessandro Profumo, che guidava la delegazione dei banchieri, in questo periodo è stato bravo, ha tenuto in piedi la controparte. Siamo riusciti alla fine a otterene un contratto per quattro anni e non è poco, anzi.
Perché?
Con tutti i cambiamenti che ci saranno in ambito lavorativo, sociale, aziendale, sui mercati finanziari e non, tutti difficili da prevedere, avere un contratto che restera’ stabile per quattro anni è una conquista. Le dirò di più: anche solo avere ottenuto un contratto nazionale, visti i tempi, è di pari valore all’avere un aumento economico. Senza contratto, non so dove saremmo andati a finire.
C’è stata qualche richiesta che l’Abi non ha accolto?
Un punto importante che non è passato è stato una norma che formasse in maniera obbligatoria il management: quando si vendono dei prodotti finanziari, si deve essere bene informati. Questo è un fattore importante sia per la banca che per il cliente. Oppure, un’altra proposta non accolta è stata l’abbassamento degli stipendi degli amministratori, che prendono spesso 50 volte lo stipendio di un dipendente. I banchieri che parlano di risparmio e sacrifici, potevano iniziare a dare il buon esempio. Questo è il mio rammarico.
Come vi siete comportati rispetto alle novita’ del Jobs Act?
Con l’Abi si è trovata una sistemazione delle leggi sul lavoro, si è riusciti a mantenere una linea di continuità con i precedenti percorsi contrattuali. In pratica, volevamo delle garanzie in più e siamo riusciti a ottenerle.
Nella trattativa finale avete fatto le 6 del mattino: come si sente e perché in simili tavoli si arriva spesso all’alba?
Direi bene, ho riposato giusto qualche ora, ma ormai ci sono abituato. Per alcuni, nonostante l’abitudine, con l’andare dell’età fare tardi diventa sempre più difficile. Sul perché si arrivi all’alba, è un mistero; se fosse per me contratterei sì la mattina, ma per iniziare il tavolo negoziale, non per concluderlo.
Emanuele Ghiani