“Occorre fare chiarezza sul binomio: difesa dell’italianità e investimenti stranieri in Italia”. Così Luigi Marino, portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative, Legacoop) e presidente di Confcooperative ritorna sul dibattito in corso e mostra nuovamente sostegno alle misure “antiscalate” messe in campo dal governo. “Difendere l’italianità – ha detto – non significa impedire che nel nostro Paese si investa dall’estero, anzi sono risorse molto ben accette quando sono generatrici di ricchezza e di occupazione in Italia, ma dannose quando puntano a impossessarsi di marchi italiani per trasformarli in strumenti per commercializzare e per veicolare prodotti stranieri”.”Non siamo per la difesa sic et simpliciter della proprietà italiana di un marchio, ma siamo convinti difensori – aggiunge Marino – della ricaduta economica che quel marchio ha sul territorio, così come nelle caratteristiche dell’impresa cooperativa che vive per lo sviluppo del territorio in cui nasce”. “Nel caso di Parmalat – conclude Marino – l’acquirente straniero danneggerebbe, senza rimedio e senza possibilità di recupero, la filiera dei produttori italiani di latte, una filiera, tra l’altro, che è già fortemente sotto stress”. (LF)
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