“Se necessario bisogna porre il veto sul nuovo bilancio dell’Unione Europea per riscattare i troppi errori del passato come quello delle quote latte provocato da un approccio approssimativo e dalla debolezza negoziale dell’Italia in Europa”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini all’incontro con il vicesegretario del Partito Democratico Enrico Letta al quale sono state presentate le proposte del documento “L’ltalia che vogliamo” . “
Marini ha ricordato che secondo una analisi della Coldiretti l’Italia paga al bilancio UE, in totale, 14,8 miliardi di euro ovvero il 13,5 % del totale e riceve 10,3 miliardi di euro ed è quindi contribuente netta per 4,5 miliardi di euro. La Coldiretti, si legge nel documento, chiede dunque un “riequilibrio nella ripartizione del bilancio Ue considerando che al momento attuale l’Italia è il primo contribuente netto (in % del Pil) alle politiche comunitarie” e “l’adozione di una Politica Agricola Comune che premi chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile, chi produce cibo”.
Nel documento in dieci punti, dal punto di vista del sistema agroalimentare italiano, secondo la Coldiretti, occorre essere in grado di portare pienamente “l’Italia in Europa”, facendo sì che la nuova Politica Agricola Comunitaria riconosca il valore strategico del “modello italiano e le sue straordinarie peculiarità, consentendo che esso diventi patrimonio della comunità contaminando virtuosamente il pensiero comunitario”.
“Cruciale – aggiunge Marini – in questo senso diviene il ruolo dei decisori italiani, che devono superare le timidezze e le subalternità del passato, che hanno favorito le lobby di interesse e le politiche omologative dei Paesi del Nord Europa, o peggio ancora, intervenendo con ritardo e approssimazione sui dossier, hanno penalizzato fortemente gli interessi del Paese, svendendo poi la“verità sotto il ricatto, usato spesso come alibi, dell’infrazione comunitaria”. (LF)
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