“L’accordo sulla riforma della Politica Agricola (PAC) premierà chi vive e lavora di agricoltura escludendo per la prima volta in un a black list i soggetti che non hanno nulla a che fare con l’agricoltura e soprattutto prevedendo la possibilità per l’Italia di destinare risorse ai soli agricoltori attivi”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini che, nell’esprimere soddisfazione per l’accordo politico raggiunto dal team dei negoziatori di Parlamento, Consiglio e Commissione sulla proposte di regolamento di riforma della Politica Agricola Comune, ha sottolineato che “sensibili miglioramenti sono stati ottenuti anche per l’inverdimento a tutela dei vigneti, frutteti ed uliveti italiani, sulla convergenza e per i giovani agricoltori”.
“Nei vari passaggi – si legge in una nota – dal nostro Summit a Roma con il commissario all’agricoltura Dacian Ciolos agli incontri con i colleghi di tutte le principali organizzazioni agricole europee fino al meeting di poche settimane fa a Bruxelles con il Presidente del Consiglio agricoltura e pesca del Consiglio dell’Unione europea Simon Coveney e il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro, la proposta è andata migliorando. Certamente rimane un taglio importante ai finanziamenti destinati all’agricoltura ma l’applicazione nazionale demandata al ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, che ha chiuso positivamente per l’Italia il negoziato, potrà compensare il disagio nell’orientare le risorse verso i veri agricoltori”.
“L’accordo – sostiene Marini – valorizza, infatti, il ruolo dei veri imprenditori agricoli stabilendo che possano beneficiare del sostegni solo gli agricoltori attivi e come richiesto da Coldiretti saranno gli Stati membri a definire gli aventi diritto. Viene anche stabilita una lista negativa obbligatoria di coloro che non possono beneficiare dei pagamenti diretti che comprende aeroporti, servizi ferroviari, acquedotti, servizi immobiliari, sportivi e ricreativi, campeggi, con discrezione per gli Stati membri di ampliare tale lista”. “La cosiddetta convergenza interna, ovvero il passaggio dal sistema storico del valore dei titoli ad un nuovo regime che li riassegna su basi più equilibrate, viene attuata – spiega la Coldiretti – con un’adeguata flessibilità nell’arco dell’intero periodo di applicazione della riforma. Per la prima volta viene deciso di applicare, sebbene su base volontaria, il capping (tetto agli aiuti), in due fasce, la prima tra i 150.000 e i 300.000 e la seconda oltre tale importo. Gli Stati membri possono graduarlo in base all’impiego del fattore lavoro comprese le imposte ed i contributi sociali. Gli Stati membri possono, inoltre, decidere di applicare un pagamento ridistributivo a integrazione del pagamento di base per i primi ettari di ogni azienda”. “L’accordo raggiunto – continua – rivede, sensibilmente, le misure per l’inverdimento sia riguardo alle modalità finanziarie che a quelle applicative. In particolare è stato ampliato il menù di misure escludendo le colture permanenti e quelle sommerse , come il riso, dalle aree di interesse ecologico che riguarderanno le aziende con più di 15 ettari a seminativi. Sono quindi salvi, come richiesto da Coldiretti, oltre al riso, tutti i frutteti, i vigneti, gli uliveti, ecc”. “Per quanto riguarda i giovani agricoltori – dice ancora Marini- viene prevista l’obbligatorietà per gli Stati membri di concedere un pagamento annuo alle persone fisiche che non hanno più di 40 anni di età nell’anno della presentazione della domanda del pagamento di base. L’intesa da anche risposte positive alle richieste di Coldiretti sulla necessità di un sostegno, nell’ambito dello sviluppo rurale, per le filiere corte ed i mercati locali, nonché alla promozione per il loro sviluppo. Inoltre, è stato confermata la misura sul finanziamento alle assicurazioni contro le avversità atmosferiche, nonché la possibilità di costituire fondi mutualistici in caso di crisi di mercato nelle sue molteplici forme e per le citate avversità atmosferiche. “Sempre nell’ambito dello sviluppo rurale è prevista – conclude – la possibilità di avere al contempo piani di sviluppo rurale regionali e un piano nazionale per talune misure o interventi. Infine per taluni elementi dell’accordo politico, quali il capping e la degressivita degli aiuti, così come la flessibilità tra pilastri e la convergenza esterna tra gli Stati membri, la decisione finale verrà presa nell’ambito dell’approvazione del nuovo quadro finanziario pluriennale”. (LF)