La Cgil Sicilia ha appena eletto Mariella Maggio segretario generale, in un momento difficile in cui la Regione vive una forte crisi politica, oltre che economica.
Mariella Maggio, quali sono le maggiori problematiche in Sicilia per la Cgil?
Il problema più grande è la crescente povertà di parte della popolazione siciliana, lo dimostrano i dati sull’occupazione nell’isola che descrivono una situazione drammatica con una occupazione pari al 44,1%. Il tasso dell’occupazione femminile scende al 18,6%. Quasi metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.
Il sindacato che ha fatto?
Si è mosso, ma è mancato il confronto con la Regione. La Cgil Sicilia, vuole ripartire da due accordi di qualche mese fa, che non sono stati applicati.
Quali accordi?
Il primo è quello firmato nel novembre 2007 con la Confindustria Sicilia sulle opere immediatamente cantierabili. Il secondo è dell’agosto 2008 ed è stato raggiunto con la Regione sulla riforma della pubblica amministrazione, che deve essere riformata perché troppo spesso utilizzata più per dare sostentamento che per avere una gestione efficiente. La Cgil Sicilia vuole quindi ripartire da questi due punti e chiede alla Regione di aprire il prima possibile un confronto.
Vi ha causato problemi la crisi nella giunta regionale di Lombardo?
Per noi è una questione non molto interessante, perché è solamente un operazione di alchimia politica, in un momento peraltro in cui la Regione vive una gravissima crisi e avrebbe bisogno di un governo stabile. Basti pensare per esempio ai dissesti al comune di Catania o alla crisi legata alla raccolta della spazzatura nel palermitano, dove l’unica risposta della politica è stata il tentativo di rialzare la Tarsu a fronte di un servizio estremamente scadente.
Altro tema dolente, quello della Fiat di Termini Imerese, quali sono le vostre maggiori preoccupazioni?
In particolare il vero problema è la disattenzione del Governo Regionale, che non ha creato le premesse perché lo stabilimento possa svilupparsi. Mii riferisco alle infrastrutture che sono più che carenti. Si parla di ponte sullo stretto, ma mancano porti, strade e ferrovie adeguate per poter rendere attraente l’area per un impresa come la Fiat. Se l’operazione Opel fosse andata in porto penso che lo stabilimento di Termini Imerese avrebbe corso seri rischi.
Quale ruolo ha oggi, in particolare modo in una Regione a statuto autonomo, il sindacato regionale?
I sindacati regionali hanno un ruolo determinante perché coordinano tutte le vertenze sul territorio, ruolo che possono svolgere grazie a una maggiore conoscenza di tutte le dinamiche regionali. In una Regione come la Sicilia, in cui l’autonomia, invece di aver avuto un ruolo positivo, ha spesso finito per ritardare l’applicazione di riforme nazionali positive, vi è oggi bisogno, anche in vista della riforma federalista, di un serio ripensamento del modo in cui l’autonomia si è concretizzata e il sindacato insieme a tutte le forze sociali dovrà esserne protagonista.
Quale è il ruolo del sindacato durante una crisi come quella odierna?
Il sindacato deve proporre degli interventi immediati da mettere subito in campo. Ecco perché abbiamo proposto di ripartire da quei due protocolli. Riteniamo sia fondamentale proporre tavoli di contrattazione e concertazione.
Che rapporti avete con la Confindustria Sicilia ?
Il rapporto è buono, abbiamo progetti condivisi.
Luca Fortis