L’accusa dell’Epa, l’Agenzia per la protezione ambientale americana, potrebbe costare a Fca una multa fino a 4,63 miliardi di dollari. Secondo l’Agenzia, il gruppo avrebbe violato il Clean Air Act, la legge americana sulle emissioni, installando sui veicoli Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram Truck un software per imbrogliare sulle emissioni e dunque superare i limiti consentiti.
Questa mattina la Casabianca ha sottolineato che non c’è un coinvolgimento dell’amministrazione Obama sulla decisione dell’Epa ed Fca non vuole entrare in una diatriba tra vecchia e nuova amministrazione Usa, tra Obama e Trump.
Un alto funzionario dell’amministrazione Obama ha risposto a una richiesta fatta da AskaNews dichiarando che la decisione dell’Agenzia per la protezione ambientale americana di accusare l’azienda guidata da Sergio Marchionne di avere violato le leggi sulle emissioni “è stata presa indipendentemente dalla Casa Bianca”. Il membro dell’ufficio esecutivo ha salvato il settore auto americano durante la peggiore crisi finanziaria dagli anni ’30 e che nel 2009 e ha supervisionato l’ingresso dell’Ex Fiat nel capitale dell’ex Chrysler finita in bancarotta.
Anche Josh Earnest, il portavoce del Presidente Barack Obama aveva spiegato che “le decisioni dell’Epa sono prese dai funzionari dell’Epa e non sono a conoscenza di un coinvolgimento della Casa Bianca su questo caso specifico”. Il portavoce ha però aggiunto che Obama “si aspetta che i funzionari all’Epa svolgano i loro compiti per fare rispettare la legge e mettere in atto regole che sono scritte; come lo facciano esattamente, sta a loro”.
Earnest non ha voluto rilasciare un commento su come il caso sia stato gestito dall’Epa a una sola settimana dall’insediamento di una nuova amministrazione, quella di un Donald Trump che ha nominato come capo dell’Epa il repubblicano Scott Pruitt, procuratore generale dell’Oklahoma e stretto alleato dell’industria dei combustibili fossili nonché uno dei principali nemici dell’agenda di Obama per affrontare il cambiamento climatico. Tale tempistica è stata criticata dall’amministratore delegato di Fca che ieri in una call, Sergio Marchionne aveva detto di sperare che la mossa non sia il frutto di una “guerra politica” tra l’amministrazione uscente, quella di Obama, e quella in arrivo di Donald Trump: “Considerando l’avventura di Chrysler iniziata con Obama nel 2009”, che ha portato prima alla presa di controllo totale del gruppo Usa da parte dell’italiana Fiat nel gennaio 2014 e poi alla nascita di Fca, “sarebbe una mossa sporca”, aveva dichiarato il Ceo.
A prescindere dalla gestione del caso, che a Marchionne non è certamente piaciuta, Obama “mantiene la sua fiducia nel lavoro importante fatto dall’Epa e ha fiducia nella sua capacità di fare rispettare la legge”.
Earnest non si è voluto sbilanciare nemmeno su quello che l’amministrazione Trump dovrebbe fare sul caso Fca, se occuparsene direttamente o meno. Il portavoce di Obama si è limitato a dire che “il rispetto mostrato da noi nei confronti del processo di applicazione della legge è una tradizione e un modello che crediamo valga la pena mantenere. Noi lo abbiamo mantenuto nel corso degli ultimi otto anni e speriamo viva con la nuova amministrazione”.
Infine, sull’ipotesi di una multa di miliardi di dollari e sul rischio di non raggiungere quindi gli obiettivi del piano industriale e finanziario al 2018, Marchionne assicura: “Confermo gli obiettivi del piano, questa vicenda non avrà impatto sui nostri programmi. Discuteremo in questi giorni con le autorità Usa le proposte per il nostro piano di omologazione del 2017. Se verranno accettate, le nuove regole potranno servire anche a risolvere i problemi legati ai modelli del periodo 2014-2018”.