“Non sprechiamo questa opportunità unica”. È l’avvertimento lanciato dall’aministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, in una lettera ai dipendenti del gruppo, dopo lo sciopero di un’ora che la Fiom ha tenuto lunedì allo stabilimento Maserati di Grugliasco. Ma non solo: l’Ad Fiat critica anche la posizione degli altri sindacati rispetto alla trattativa sul contratto, e sceglie la lina dura: l‘azienda, infatti, ha deciso di non ricorrere più agli straordinari in tutti gli stabilimenti italiani, in seguito al blocco delle ore extra di lavoro annunciato dai sindacati, impegnati nella trattativa per il rinnovo del contratto. Ma soprattutto ha deciso di non estendere a dodici i turni di lavoro alla Maserati di Grugliasco e di sospendere i 500 trasferimenti previsti da Mirafiori.
La decisione di congelare le ore extra di lavoro è stata presa dopo il blocco degli straordinari negli stabilimenti del gruppo proclamato da Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto specifico di primo livello.
Marchionne non nomina mai la Fiom direttamente ma scrive: “Gli episodi recenti, dovuti al comportamento di una esigua minoranza, che hanno causato perdite produttive in un momento così delicato, non possono essere presi con leggerezza. Parlo direttamente a chi si è reso responsabile di questi episodi. Vi chiedo di riflettere sulla gravità delle conseguenze. Quello che è successo pochi giorni fa ha certamente cancellato opportunità preziose per sfruttare alcuni picchi di domanda, ma cosa ben più grave ha inferto un duro colpo al nostro e al vostro lavoro”.
In seguito allo sciopero di lunedì che aveva avuto un’adesione dell’11%, l’azienda aveva fatto sapere che aveva perduto la produzione di una decina di auto. Tra le righe della missiva di Marchionne si legge tuttavia anche un accenno alla decisione dei sindacati firmatari del contratto di avviare il blocco degli straordinari negli stabilimenti italiani, dopo la rottura della trattativa per il rinnovo contrattuale. “Oggi, a differenza del passato, anche la più piccola frattura ha un’eco molto più vasta del vostro ambito lavorativo e familiare. Colpisce i vostri colleghi dello stabilimento, i fornitori sul territorio, ma a cascata si allarga anche a tutto il resto della comunità dei nostri lavoratori del mondo. In un sistema così aperto come quello che abbiamo creato, tutti osservano tutti”, ha proseguito l’ad del Lingotto, che si è detto convinto che l’Italia “può giocare un ruolo da protagonista nel mondo dell’auto”, che anche nel nostro Paese “un nuovo modo di fare industria è possibile”, ma a patto che tutti abbiano la consapevolezza “che la partita non si gioca nell’area ristretta della provincia, ma in un campo mondiale”.
Alle parole di Marchionne rispondono i sindacati, con toni altrettanto decisi. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, afferma che “la reazione di Marchionne è eccessiva e sbagliata”. A sua volta, Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim, sottolinea che “Se la lettera è per noi, Marchionne ha sbagliato indirizzo. Noi non abbiamo causato alcuna perdita produttiva. La decisione di bloccare gli straordinari l’abbiamo assunta lunedì e abbiamo anche chiesto all’azienda di convocarci”. Si smarcano invece a livello locale: “La lettera di Marchionne è la conferma di quella strategia industriale condivisa e che vede nella produzione delle Maserati a Grugliasco la sua piena realizzazione”, dichiara il segretario della Fim torinese, Claudio Chiarle. Resta invece nettamente contrario Federico Bellono della Fiom torinese, secondo il quale le parole del manager “sono inaccettabili”.