La Fiat resterà in Italia. E’ quanto ha assicurato l’ad Sergio Marchionne al presidente del Consiglio, Mario Monti, e ai ministri del Lavoro, Elsa Fornero, e dello Sviluppo economico, Corrado Passera nel corso dell’incontro svoltosi sabato scorso.
Il manager ha ricordato, durante l’incontro, i 5 miliardi di investimenti realizzati in tre anni, in particolare nello stabilimento di Pomigliano per la produzione della nuova Panda e di Grugliasco per la realizzazione della futura berlina Maserati. Ma anche ribadito come la congiuntura sia particolarmente penalizzante per il settore, con previsioni negative anche per i prossimi due anni. Questo non permetterebbe al Lingotto di portare avanti il piano Fabbrica Italia che prevedeva investimenti per 20 miliardi in Italia tra il 2010 e il 2014. Dal 2010, infatti, ha spiegato l’ad, lo scenario è completamente cambiato e lo dimostrano i dati essenziali sull’andamento del gruppo.
Marchionne ha comunque ribadito l’impegno della Fiat a non lasciare l’Italia, ma le fabbriche italiane per poter sopravvivere dovranno esportare. “Fiat – dice l’ad – è intenzionata a riorientare il proprio modello di business in Italia in una logica che privilegi l’export, in particolare extraeuropeo”. Il target principale è il mercato nordamericano. Per sostenere l’export il manager avrebbe chiesto specifiche agevolazioni al governo. Sull’argomento agevolazioni si formerà uno specifico gruppo di lavoro che si riunirà nelle prossime settimane al ministero dello Sviluppo economico per trovare soluzioni vantaggiose per la competitività dell’azienda. L’idea di Passera, secondo quanto riferiscono fonti governative, sarebbe quella di inserire il progetto Fiat all’interno di un più complessivo piano export che preveda agevolazioni per tutti i settori industriali.
Durante l’incontro il Lingotto, secondo quanto riferiscono fonti governative, non ha mai presentato richieste relative alla cassa integrazione in deroga per la maggior parte degli stabilimenti che presto vedranno esauriti i periodi di cassa integrazione, se non si sbloccano gli investimenti per far ripartire le produzioni.
I sindacati hanno chiesto un incontro chiarificatore con l’azienda prima della fine di ottobre, quando è in programma una riunione di trattativa per il rinnovo del contratto con Fim e Uilm. Mentre la Fiom ha chiesto un incontro anche con il governo per fare il punto della situazione sulla vicenda Fiat. Il prossimo appuntamento è previsto mercoledì, giornata in cui i ministri Fornero e Passera, hanno convocato i sindacati per un incontro sulle problematiche del gruppo Fiat.