La Fiat ha deciso di puntare su Melfi per l’avvio del suo nuovo piano industriale “per il senso di responsabilità che Fiat sente verso il Paese”. Se siamo qui oggi è perchè abbiamo scelto la strada del coraggio e la nostra non è una scelta azzardata”, ha detto, davanti al premier Mario Monti, l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, presentando il nuovo piano di sviluppo dello stabilimento Sata di Melfi che produrrà due mini Suv.
Fiat intende “togliersi dalla mischia dei marchi generalisti per competere” sulla fascia più alta – ha sottolineato l’amministratore delegato nel corso del suo intervento.
Da Melfi “parte un nuovo capitolo che parla dell’integrazione tra Fiat e Chrysler e apre nuove soluzioni per restare in Italia e tornare a essere profittevoli”. “Possiamo e dobbiamo fare – ha continuato Marchionne – degli stabilimenti italiani la base per i veicoli destinati a tutto il mondo”. Marchionne ha poi sottolineato che per questi nuovi investimenti Fiat “non chiede aiuti pubblici”, ma la rimozione degli ostacoli alle imprese.
La produzione dei due nuovi mini Suv a Melfi rappresenta una “nuova importante tappa per la nostra storia e un punto di svolta per lo stabilimento”, ha aggiunto il presidente della Fiat, John Elkann, nel suo intervento allo stabilimento Sata di Melfi. “La produzione di due nuovi modelli è la base della nostra strategia di crescita dei prossimi anni”, ha detto Elkann spiegando che a Melfi le linee di produzioni saranno rinnovate nel corso del 2013 per delle “automobili che saranno acquistate in tutto il mondo”.
“Quello di oggi è il primo di una serie di annunci che coinvolgeranno in modo progressivo anche tutti gli altri nostri stabilimenti dell’auto in Italia”, ha detto l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, nel suo intervento allo stabilimento Sata di Melfi. “L’elemento comune – ha detto – è che per gli investimenti che abbiamo già fatto, che stiamo avviando o che faremo non chiediamo aiuti pubblici. Chiediamo invece fiducia ad un progetto che si inserisce negli sforzi che l’Italia sta facendo per risollevarsi e per eliminare i fattori che frenano la competitività dell’industria e del sistema paese”.
Lo stabilimento di Melfi “verrà modificato in modo sostanziale con un investimento complessivo superiore a 1 miliardo”. “Una volta ultimati gli interventi di ammodernamento, questo impianto avrà una flessibilità enorme. Potremo infatti modulare in qualunque percentuale il numero di Jeep rispetto alle 500 X da costruire sul totale della linea. Una volta completati i lavori Melfi tornerà a essere un centro di produzione modello, uno stabilimento automobilistico all’avanguardia a livello mondiale. Quando la produzione raggiungerà il pieno ritmo questa fabbrica sarà in grado di costruire 1.600 vetture al giorno organizzate su tre turni di lavoro”.