Sulla riforma dei contratti “non abbiamo mai chiuso la porta alla Cgil. Siamo pronti a capire quali sono le condizioni per ritrovare l’unitarietà sul modello contrattuale: se si tratta di valutare qualche piccolo cambiamento, siamo disponibili, ma no se si tratta di stravolgimenti”. Così la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, replica al segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che nella relazione al congresso si é detto disponibile a tornare al tavolo sulla riforma contrattuale.
Confindustria, ha ricordato Marcegaglia, ha “sempre auspicato e sperato fino all’ultimo che la Cgil firmasse. Bisogna capire quali sono le condizioni per ritrovare l’unità e come fare perché noi abbiamo fatto un accordo e, nel frattempo, abbiamo rinnovato i contratti e la Cgil li ha firmati”.
Il presidente dell’associazione delle imprese dice di aver apprezzato nella relazione di Epifani il “richiamo di ritorno alla crescita e alcuni progetti chiesti che coincidono con i nostri, cioè un impegno maggiore su ricerca e innovazione, sull’investimento in infrastrutture, sulla riduzione delle tasse sui lavoratori ma anche sulle imprese”.
“Condividiamo anche il fatto, prosegue, che ci sia una maggiore attenzione al mondo giovanile, il fatto che l’Europa debba contare di più e andare verso l’integrazione”.
Giudizio negativo, invece, sulla preoccupazione della Cgil in merito a una riduzione dei diritti dei lavoratori e sulla proposta di sbloccare il turn over nella pubblica amministrazione per aumentare i posti di lavoro. “I salari, ha affermato la presidente, stanno crescendo di più di quelli europei”.
“Noi abbiamo un problema di produttività, ha ribadito, ed necessario ritrovare competitività” e per questo “dobbiamo cambiare anche il nostro modo di fare impresa, lavoro, altrimenti saremo perdenti tutti”.
E anche rispetto al debito pubblico l’analisi di Epifani, secondo la presidente di Confindustria, é “carente” considerando la “situazione drammatica che si sta creando rispetto ai debiti pubblici in seguito a quello accaduto in Grecia e ieri sulla Spagna. “Capisco le richieste su tanti punti però bisogna ben capire che non si può aumentare il debito pubblico e il deficit pubblico”.
“Mi sarei aspettata – ha concluso Marcegaglia – anche un’analisi più ampia sullo scenario competitivo che abbiamo davanti e che richiede anche da parte della Cgil un cambiamento di impostazione”. (FRN)