Mantegazza cosa pensa dell’utilizzo del voucher?
Il lavoro accessorio è stato regolamentato dalla legge Biagi con l’obiettivo preciso di garantire regole minime e maggiore trasparenza per tutte le attività di carattere occasionale che non rientrassero nella sfera del lavoro autonomo né del lavoro dipendente. L’utilizzo dei voucher che rientra in questa logica è intelligente e condivisibile perché fa emergere una zona grigia del lavoro. Se invece il voucher viene usato per sostituire progressivamente il lavoro dipendente e non più limitandosi al lavoro occasionale, allora non è accettabile.
Un uso improprio cosa comporta?
Innanzitutto il salario viene sostituito con dei buoni da riscuotere alla posta e poi che non c’è più alcuna tutela per il lavoratore. I diritti contrattuali vengono negati e in questo modo il Paese regredisce drammaticamente sul versante della tutela del lavoro.
Siete soddisfatti delle modifiche inserite dalla riforma?
Sì perché rispetto al primo testo Fornero sono stati messi dei paletti, è stato limitato l’uso dei voucher. Le iniziative messe in campo da Fai, Flai e Uila hanno avuto una conclusione positiva perché governo e Senato hanno recepito le preoccupazioni espresse. Ma la decisione più importante è stata quella di voler attribuire al voucher un valore orario.
Cosa cambierà?
È una scelta di trasparenza e tutela minima verso i lavoratori. Avere un riferimento orario della remunerazione consentirà di avere maggiori certezze e un diritto da far valere.
Il valore verrà concordato con le parti sociali. Avete già in mente una proposta?
Nella legge attuale il valore del voucher è fissato a 10 euro. Verrà inizialmente preso questo come riferimento per calcolare il valore orario. Successivamente le parti sociali saranno convocate per gli aggiornamenti.
Sul voucher verranno pagate delle tasse?
No, né da parte del lavoratore né da parte delle imprese. Il voucher è esente da trattenute Irpef. Però ogni ora di lavoro verrà retribuita con 10 euri lordi, dai quali verrà trattenuto il 25% per i contributi Inail e Inps.
Questa quota fornirà tutele al lavoratore?
Solo in parte sul versante degli infortuni sul lavoro, per la maggior parte è una tassa occulta che viene versata nelle casse dello Stato. Una quota del 5%, ad esempio, viene versata all’Inps come agio di riscossione e la parte restante per fini pensionistici, ma sappiamo che non saranno questi versamenti a garantire in futuro una pensione. E’ un abuso contro il quale bisogna intervenire.
Come?
La quota potrebbe essere utilizzata in altro modo. Ad esempio con tutele immediate a disposizione del lavoratore in caso di malattia, maternità, disoccupazione, oppure erogata direttamente come parte del salario.
Le imprese non sono d’accordo con l’introduzione del valore orario.
Sì, su questa questione c’è stata una frattura violenta con il sistema delle imprese. Sono state dette molte cose dalla Coldiretti, come ad esempio che limitando l’uso dei voucher si precludeva lavoro a centinaia, migliaia di studenti. Questo non è vero perché la frutta viene raccolta comunque, ma la differenza è se viene pagata con un voucher o con un lavoro regolare.
Nei giorni scorsi c’è stata una manifestazione delle imprese alla quale hanno aderito anche studenti e pensionati.
Mi auguro che accanto agli agricoltori abbiano manifestato i rispettivi figli, mogli e nonni, perché altrimenti sarebbe tragico che a portare i cartelli in mano contro l’abolizione dei voucher e il valore orario, fossero disoccupati costretti a fingere di essere felici di andare a lavorare senza salario.
Dal bacino della domanda di lavoro sono state escluse le casalinghe.
Sì insieme ai cassintegrati e ai lavoratori part-time. È assurdo e discriminante per le donne parlare delle casalinghe come di una categoria. Come non è giusto che un cassintegrato lavori al posto di un operaio agricolo.
Siete contrari a estendere l’uso dei voucher?
Sì, il problema vero è che i voucher sono il modo ufficiale di coprire il lavoro nero. Ci sono casi, come è successo a Brescia, in cui i braccianti (lavoratori agricoli a giornata) sono stati sostituiti con i pensionati, remunerati con i voucher. Per questo a nostro avviso va limitato l’utilizzo dei voucher e invece incrementato il lavoro dipendente. Spesso le imprese utilizzano i voucher in operazioni di raccolta con l’unico obiettivo di ridurre il costo del lavoro. Ma non c’è niente di occasionale nel raccogliere cocomeri otto ore al giorno sotto il sole.
Francesca Romana Nesci