Giovedi sera, al massimo venerdì mattina, ma è solo questione di ore: dopodiché Cgil e Uil annunceranno le modalità della mobilitazione contro la manovra. Il primo step dovrebbe consistere in un pacchetto di scioperi regionali (da decidere di quante ore, la Uil sarebbe per mezza giornata, la Cgil ne vorrebbe otto piene), salvo poi passare a livelli più alti, fino allo sciopero generale. I due leader, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, sono infatti convinti che non ci sia tempo da perdere, se si vogliono organizzare le varie iniziative nel mese di novembre, in modo da poter incidere sulla manovra prima che sia approvata dal parlamento. Tanto più che il governo ha, di fatto, “vietato” gli emendamenti.
Di opinione diversa la Cisl: il segretario generale Luigi Sbarra nei giorni scorsi aveva infatti scritto ai colleghi di Cgil e Uil spiegando che, prima di prendere decisioni, sarebbe stato più sensato avere in mano il testo definitivo della manovra; che infatti, al momento, è più che altro un accrocco di misure variabili e suscettibili di continue modifiche. Dunque, difficile dare una valutazione compiuta e corretta.
Ma a questa richiesta di prendere tempo Bombardieri aveva replicato, già lunedì, con una lettera durissima a Sbarra, dove, in sostanza, sosteneva la necessità di fare gli scioperi subito, senza attendere nemmeno un minuto in più: “valutiamo necessario sostenere le proposte delle piattaforme unitarie prima che si arrivi al testo definitivo. Potrebbe essere troppo tardi aspettare la fine dell’iter parlamentare”. Dunque, “noi andiamo avanti seguendo le indicazioni che arrivano dalle mobilitazioni della nostra organizzazione”.
Non che la Cisl non veda i lati negativi della manovra ma, a differenza delle altre due confederazioni, ne vede anche le luci; e soprattutto, ritiene siano possibili miglioramenti in corso d’opera anche senza mobilitazioni. In ogni caso, anche Sbarra ha già “avvisato” il governo: se ci fossero “sbandamenti” rispetto agli impegni presi a Palazzo Chigi, se ci fossero modifiche “arbitrarie e scomposte rispetto a quanto negoziato col sindacato, la “mobilitazione della Cisl – ha detto – non si farà attendere”. E proprio per evitare altri “incidenti di percorso”, “che finirebbero per logorare le buone relazioni sindacali e farebbero molto male al Paese”, il leader Cisl sollecita il governo a “mettere subito a disposizione il testo definitivo della legge di bilancio”.
Tuttavia, Cgil e Uil non hanno, a quanto pare, intenzione di attendere oltre; e dunque domani annunceranno le proprie iniziative. Quanto alla Cisl, quando ci saranno i testi “bollinati”, riunirà gli organismi e quindi dirà la sua. Che assai difficilmente, però, potrà essere una proclamazione di sciopero generale, non ravvisando, in questa manovra, gli estremi per una protesta così ultimativa. Dunque è scontato che le strade delle tre confederazioni siano destinate, anche quest’anno, come i due precedenti, a separarsi: Cgil e Uil da un lato, Cisl dall’altro. Resta da notare l’insolito scambio di missive (ce ne sono state anche da parte di Landini): insolito quanto meno per i leader sindacali, che un tempo sapevano parlarsi direttamente.
Nunzia Penelope