Una grande manifestazione unitaria del sindacato quella di sabato a Roma. Cgil, Cisl e Uil hanno sfilato per le strade del centro, da piazza della Repubblica e da piazzale dei Partigiani sono arrivati in piazza San Giovanni al grido “Lavoro è democrazia”. Le tre sigle sindacali sono tornate a manifestare insieme dopo 10 anni per chiedere con forza lavoro e occupazione per giovani e meno giovani. Non solo protesta, ma anche tante proposte per uscire della crisi
Il Paese non può più aspettare, non è più tempo di promesse e annunci, le imprese continuano a chiudere e cresce il numero di disoccupati e cassintegrati. I tre leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, concludendo dal palco allestito in Piazza San Giovanni, hanno lanciato un chiaro appello al governo Letta. Ad incalzare l’esecutivo la leader del sindacato di Corso d’Italia: “Per il lavoro bisogna avere il coraggio di decidere ora e non fra qualche mese”. “Serve un cambio di passo – ha detto la sindacalista – perchè quanto fatto in questi mesi non ci accontenta. Bisogna avere il coraggio di trovare soluzioni”. Per salvare il Paese bisogna innanzitutto risolvere le emergenze a partire dalla disoccupazione e quindi dal rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga. A tal proposito il segretario generale della Cgil chiede spiegazioni all’esecutivo: “dopo aver annunciato lo stanziamento per la cig in deroga, perchè non firma i decreti attuativi e rende disponibili le risorse?”. E’ il momento, secondo Camusso, di porre fine all’accumulo di vertenze sui tavoli del ministero dello Sviluppo economico. Dalla siderurgia, all’edilizia, tutto il tessuto produttivo del nostro Paese attende da anni provvedimenti. Un’altra emergenza che secondo Camusso non può essere rimandata è l’effettiva salvaguardia degli esodati: “spero di aver capito male quanto detto dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, sulla questione esodati che sarà rinviata a settembre. Questi lavoratori non possono aspettare. Si tratta di un loro diritto che chiede una risposta rapida”.
Le uniche soluzioni utili a far ripartire il Paese, ribadite da Camusso dal palco, sono il lavoro e la redistribuzione del reddito. Il lavoro deve quindi tornare al centro delle scelte politiche ma, sottolinea la dirigente sindacale “non il lavoro purché sia, ma che dia dignità, libertà e autonomia, perchè altrimenti non è a rischio solo l’economia del paese, ma anche la democrazia” ha concluso Camuso.
Per il leader della Cisl Bonnani, quella di sabato è stata “una grande manifestazione, un grande appuntamento dell’Italia che non getta la spugna, dell’Italia che vuole ripartire, che vuole porre fine a questa drammatica situazione che dura ormai da anni. Il Paese deperisce e la classe si perde in chiacchiere e litigi”, ha detto il leader della Cisl dal palco di San Giovanni, ricordando alla classe dirigente i propri doveri: “Il dovere che hanno di lavorare per il paese reale, per i lavoratori, i pensionati, per i giovani che sono la ricchezza di questo paese”.
“La miseria sta crescendo, i disoccupati si moltiplicano , la cassa integrazione non ha raggiunto mai livelli così alti. Vogliamo una scossa nell’iniziativa del governo” incalza Bonanni dal palco. “Basta perdere tempo. Serve una proposta complessiva coraggiosa che ribalti la situazione che abbiamo davanti. A Letta chiediamo di avere più coraggio e mettere all’ordine del giorno l’unica questione che a noi interessa e da cui dipende l’occupazione e la crescita del Paese. Chiediamo una riduzione fortissima delle tasse su lavoro, pensioni e imprese che investono. Serve una riforma organica del fisco per riequilibrare il carico troppo alto su lavoratori pensionati e famiglie”.
“Il governo – sottolinea ancora Bonanni – deve rompere il presepe che la classe politica vuole mantenere in piedi con sprechi enormi e ridurre le tasse con cui essere in grado di aumentare l’occupazione” aggiunge sollecitando di nuovo l’Esecutivo: “Faccia una proposta, basta con i bizantinismi. Metta questi obiettivi davanti e si raccordi con lavoratori e imprese. Serve una proposta coraggiosa, complessiva e nuova che ribalti la situazione che abbiamo davanti”.
Ma per il segretario generale della Cisl il governo deve anche affrontare la questione dell’evasione fiscale inasprendo le pene per chi evade “perché questo – sottolinea – può ridare tono a occupazione ed economia”.
“Non è più il tempo di aspettare, non è più il tempo di promesse e annunci. Il tempo è finito”. Ha sottolineato il leader della Uil, Luigi Angeletti nel suo comizio. “In un paese dove la maggiore preoccupazione sembra quella di scommettere sulla durata del governo, – ha sottolineato – vogliamo dire all’esecutivo, a nome vostro, che il tempo è finito”.E ha aggiunto che il senso della manifestazione è stato quello di dare al governo “un messaggio molto chiaro a nome di milioni di lavoratori, che non sono persone che si rassegnano o che hanno piegato le ginocchia. Non ci rassegneremo e non piegheremo le ginocchia nel prossimo futuro”.