10 marzo 2014 è stato sottoscritto da Confindustria Bergamo e dalle segreterie confederali di Cgil Cisl e Uil, un protocollo territoriale, che segna l’esito positivo di un articolato confronto tra le parti sociali avviato a ottobre 2013, finalizzato a definire ed attivare un interventi ritenuti opportuni per favorire il recupero di competitività del sistema locale. Si è inteso offrire un supporto alle imprese e ai lavoratori per favorire il rafforzamento dei regimi produttivi. L’accordo rappresenta un opportunità per promuovere l’incremento della flessibilità nella gestione dei rapporti di lavoro nonché l’attenuazione delle problematiche occupazionali della provincia di Bergamo ancora fortemente penalizzata dalla crisi economica. “Il protocollo affronta i temi della flessibilità oraria, delle mansioni, delle competenze e del rafforzamento della coesione sociale, dando continuità alle formule e prassi che già hanno contraddistinto, a livello locale, i confronti tra le parti sociali realizzati negli ultimi anni” commenta Stefano Malandrini, responsabile servizio sindacale Confindustria Bergamo
Malandrini, qual è l’obiettivo di fondo di questo accordo ?
Il testo dell’accordo esprime la consonanza di intenti per ridare linfa alle imprese e all’occupazione, con il ricorso all’invigorimento della flessibilità, poiché in un momento di crisi si prevede che ci sarà un altalenanza della produzione rispetto alla gestione ordinaria. C’è stato un lungo confronto tecnico sulle linee di intervento da utilizzare ma si è lavorato molto sui dettagli non sui principi.
Le relazioni sindacali tornano cosi al loro tradizionale impegno? Il sindacato ha riacquistato in modo attivo sull’organizzazione del lavoro?
L’emergenza rende pragmatici e non ideologici interventi che in altri periodi sarebbero stati impensabili. Ultimamente riusciamo a condividere dei percorsi sia al livello territoriale che al livello aziendale. E questa è a mio avviso una nuova modalità indotta dalla crisi.
Le parti sociali si sono trovate in accordo su tutti i capitoli del programma oppure ci sono state delle difficoltà?
Ci siamo trovati in accordo si tutti i capitoli del testo, sono state trovate formule apprezzabili sia per il sindacato che per l’azienda.
Quali sono state le soluzioni più innovative?
Due in particolare mi sembrano le più interessanti, la prima riguarda i “contratti a termine”, il riconoscimento e l’opportunità di stabilizzare il rapporto di lavoro:ovvero la persona che viene assunta si impegna a garantire orari di lavoro straordinari e un possibile cambio di mansione secondo le necessità dell’azienda in cambio della stabilizzazione del contratto dipendente dai 12 ai 18 mesi. Tutto questo processo induce alla conferma dei rapporti di lavoro.
La seconda?
Un’altra innovazione è rappresentata dal coinvolgimento dei centri per l’impiego nel welfare territoriale e nelle politiche attive per il lavoro. Si è pensato di istituire dei fondi aziendali gestiti dai centri per l’impiego per l’erogazione di voucher per la cassa integrazione a lungo termine. E con l’assessorato al lavoro si è voluto creare un sistema biennale per la distribuzione di fondi ai lavoratori a fine ciclo, cioè ai disoccupati in procinto di pensione, chiedendo di mettere a servizio dell’azienda e della formazione la loro competenza.