Magrini cosa pensa del voucher?
È uno strumento utile al settore agricolo. Non è vero che destruttura il mercato del lavoro, è uno strumento di flessibilità utilizzato per il lavoro occasionale in modo assolutamente trasparente dalle imprese, per questo va salvaguardato.
Siete soddisfatti delle modifiche apportate dalla riforma?
No, perché non sono sufficienti e in alcuni casi dannose. Non volevamo modifiche su i due punti fondamentali per il settore agricolo: il lavoro dipendente e i voucher. Invece tutta l’attività di struttura del disegno Fornero non è mai stata condivisa con il mondo dell’agricoltura. Non siamo mai stati convocati al tavolo per esprimere il nostro parere.
Inizialmente il disegno Fornero aveva previsto un’estensione dell’utilizzo dei voucher.
Sì, ma non richiesta dalle imprese. Non siamo mai stati interpellati e anche l’emendamento firmato da Castro e Treu e concordato con i sindacati non è mai stato presentato anche alle imprese.
Cosa pensa dell’introduzione del valore orario?
Il valore orario rende vano il lavoro autonomo e aumenta la burocrazia, stimolando così le imprese a ricorrere al lavoro nero, mentre prima avevano scelto di essere trasparenti.
Il valore orario è stato introdotto però per limitare il lavoro nero.
Ma non è in questo modo che si combatte il sommerso. Va combattuto chi abusa del voucher. Invece le modifiche del ddl lavoro rendono ingestibile uno strumento flessibile rispetto al quale ha sempre prevalso la libera contrattazione tra datore di lavoro e lavoratore.
Tra il bacino di lavoratori a cui attingere sono state escluse le casalinghe.
Sì, ma per noi questo non è mai stato un problema. I lavoratori pagati con voucher sono per il 95% pensionati e studenti.
Francesca Romana Nesci