Lo scopo del disegno di legge delega approvato ieri, in seconda battuta, dal Cdm è di: “Ribaltare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, perchè è sconcertante che si perdano giornate intere a fare file. Il tempo del cittadino non è un’opzione ma un diritto del cittadini”. Lo ha dichiarato il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, in una conferenza stampa per illustrare i punti salienti del disegno di legge delega.
”Alla base del decreto, ha aggiunto il ministro, c’è la volontà di ripensare tutti i procedimenti amministrativi in modo digitale, in modo da poter accedere a tutte le informazioni tramite un Pin unico e da ricevere tutto al proprio domicilio telematico, senza doversi recare in un ufficio”.
Sulla tempistica relativa al pin unico per accedere alle pratiche amministrative online,la Madiaha precisato: “Prevediamo un Pin unico nel 2015. Ma per far sì che diventi la modalità con cui rovesciamo il rapporto tra la pubblica amministrazione e cittadini, dobbiamo aspettare la fine della legislatura, la fine dei 1.000 giorni di cui ha parlato il presidente Renzi”.
La Madia ha poi posto l’accento sul ruolo dei prefetti: ” La consapevolezza del caos normativo che abbiamo ricevuto in eredità ha fatto si che questo ddl venisse pensato in base a un assunto fondamentale: nessuna amministrazione può bloccarne un’altra. Per questo c’è il rafforzamento del ruolo della Presidenza del consiglio nel coordinamento delle politiche pubbliche e nel raccordo tra il governo e il cittadino. Di qui l’Ufficio territoriale del governo con una diminuzione delle prefetture in linea col taglio delle province. E’ necessario che le prefetture cambino volto e diventino non solo il luogo della responsabilità dell’ordine pubblico ma il posto che rappresenta il governo sul territorio”.
In quanto alle carriere dirigenziali ha poi dichiarato: “Non si avranno più carriere legate ad automatismi. Gli scatti di carriera e le modifiche dello stipendio saranno legate alle valutazioni ricevute in base agli incarichi precedenti”.
Parlando dei punti innovativi della riforma, il ministro ha specificato che l’obiettivo della stessa: “non è la spending review, ma maggior efficienza, senza pensare ai costi, i quali, se saranno ridotti, sarà solo perché la maggior efficienza del settore avrà prodotto questo risultato”.
Riguardo al tema del miglior utilizzo dei dipendenti pubblici, da realizzarsi tramite i due modelli di mobilità, uno obbligatorio (quello entro i50 km) e l’altro volontario, il ministro ha affermato: “Il modello di mobilità volontaria, che consente a un lavoratore di spostarsi da un centro amministrativo a un altro senza richiedere il nulla osta da parte dell’amministrazione cedente, è molto innovativo, in quanto, finora, le amministrazioni consideravano i proprio dipendenti come ‘proprietà privata’, impedendo loro di essere giustamente valorizzati altrove”.
Abbiamo deciso di investire sulla dirigenza di ruolo, ossia sulla dirigenza autonoma rispetto alla politica. Per poter accedere a un incarico (della durata di tre anni), il dipendente con ruolo unico dovrà rispondere all’interpello del ministero. Ci sarà poi una Commissione superpartes composta da tre persone che sceglierà una rosa dei migliori candidati a quell’incarico.
In quanto al rinnovo della parte economica del contratto degli statali, bloccato dal 2008,la Madiaha affermato: “Io, come ministro, sono disponibile a riaprire un tavolo, ma so che questo non basta, perché il rinnovo del contratto potrà avvenire soltanto una volta usciti dalla crisi. Per questo
il vero impegno che voglio assumermi è quello di dare competitività e modernità alla pubblica amministrazione, affinché questa possa diventare determinante nel percorso di rilancio economico del paese”.
In merito al tema attuativo delle norme, il ministro ha infine affermato: “Affidando al ministro Boschi l’incarico dell’attuazione normativa, ho voluto introdurre quella che, purtroppo, è ancora una novità nel settore, ossia la ripresa in carico da parte della politica della responsabilità dell’attuazione dei decreti. Le normative sulla semplificazione, inoltre, sono state impostate sulla base del criterio di una maggiore responsabilità condivisa tra politica e territori, ossia le regioni e i comuni che dovranno realmente attuare le normative di semplificazione”.
F. P.