La notizia è secca. Il Governo intende convocare a breve i sindacati per avviare la trattativa sul contratto di lavoro dei pubblici dipendenti. Quando, esattamente? Per i primi giorni di luglio. E chi lo ha detto? Il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, parlando a Roma nella mattinata di oggi. Per un notiziario sindacale, basta e avanza. Non fosse altro, per il fatto che il rinnovo dei contratti del pubblico impiego è fermo da 7 anni. Quelli attualmente ancora vigenti, infatti, andavano rinnovati già nel 2010.
Tuttavia, la notizia, già consistente, è forse ancora più ricca di quanto non appaia a prima vista. Si può dire, infatti, che la notizia sopra riportata faccia parte di una notizia meno netta, ma di portata più ampia. E che potrebbe essere declinata così: disgelo tra i sindacati e il Governo Renzi. o, quanto meno, tra la Cgil e il Governo Renzi. E ciò perché l’annuncio del ministro Madia non è stato dato in una circostanza occasionale, ma nell’ambito di un contesto di per sé significativo. Ovvero nell’ambito di un forum nazionale della Cgil così intitolato: “Riforma della Pubblica amministrazione: cambiare attraverso la partecipazione, l’innovazione, la contrattazione”.
In apertura del forum, si è tenuta una tavola rotonda, a sua volta intitolata “Cosa, come, con chi, per chi cambiare la Pubblica amministrazione”, e moderata dalla giornalista Bianca Berlinguer, direttrice del “Tg3”. Tavola rotonda cui hanno partecipato, fra altri interlocutori, la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, e la sopracitata Marianna Madia.
A monte di tutto, raccontano i bene informati, c’è un tweet, lanciato nella rete, l’8 giugno scorso, dalla stessa Madia e indirizzato a Serena Sorrentino, appena eletta alla guida del sindacato Cgil dei lavoratori del pubblico impiego: “Congratulazioni a @sorrentinoser nuova segretaria generale @FpCgilNazionale, sarà un confronto aperto e stimolante”.
Da cosa nasce cosa. Ora non si vuole certo sostenere che un “cinguettio” di benvenuto sia la causa di un improvviso avvicinamento fra Governo e sindacati confederali. Qui ci limitiamo a prendere nota di un percorso che ha consentito o, diciamo meglio può forse consentire a un Esecutivo, quello guidato da Matteo Renzi, resosi noto per aver scelto la via della disintermediazione, alla ricerca di un rapporto diretto con i cittadini-lavoratori (vedi i famosi 80 euro mensili di alleggerimento fiscale), e della conseguente presa di distanza dai cosiddetti corpi intermedi (cioè i sindacati dei lavoratori, più che la Confindustria), di ritornare sui propri passi senza perdere la faccia. E mostrandosi, alla fine, forse più disponibile a trattare con i sindacati di quanto non avessero fatto, certo in un altro contesto economico, gli Esecutivi successivamente guidati da Mario Monti ed Enrico Letta.
Secondo alcuni osservatori, questo nuovo atteggiamento del Governo, assai più disponibile a impostare un confronto con i sindacati di quanto non fosse stato nei suoi primi due anni di vita, è peraltro dovuto a motivi politici di ordine generale, più che al miglioramento della situazione economica. In altri termine, alla base di questa quasi-svolta ci sarebbe la ricerca di più ampi consensi sul proprio operato in vista del referendum di ottobre sulla riforma costituzionale.
Ma torniamo a via dei Frentani e alla tavola rotonda moderata da Bianca Berlinguer. Dove tra Governo e Cgil non sono state solo rose e fiori. Nel suo primo intervento, Susanna Camusso ha accusato la riforma della Pubblica amministrazione, impostata dal Governo Renzi, di avere un’impronta centralista che ha interrotto il precedente processo federalista. E qui ha fatto un esempio caro a Serena Sorrentino che, nella Cgil, è stata responsabile delle politiche per il mercato del lavoro. Le politiche attive del lavoro, ha ricordato Camusso, erano uno dei compiti delle Provincie che le esercitavano, anche se con limiti evidenti, attraverso i centri provinciali per l’impiego. Adesso, una riforma istituzionale avviata ma non compiuta ha svuotato le Provincie, mentre uno dei decreti legislativi di attuazione del Jobs Act mette le politiche attive del lavoro in capo all’Anpal, e cioè a un’agenzia centrale che però, per adesso, esiste solo sulla carta. Con conseguenze ovviamente negative.
Nel secondo intervento, la stessa Camusso ha polemizzato con Madia, che aveva rivendicato la giustezza delle misure assunte per combattere i cosiddetti furbetti del cartellino, ovvero i pubblici dipendenti fraudolentemente assenteisti, come misure volte a rimuovere non solo gli impiegati infedeli, ma un’immagine negativa del pubblico impiego. Replicando che la Cgil non aveva né ha mai avuto certo nessuna intenzione di difendere i suddetti furbetti, ma imputa al Governo di aver fatto volutamente confusione, a livello comunicativo, fra assenteisti fraudolenti e lavoratori che esercitano il loro diritto, sancito dalle leggi, a riunirsi in assemblea durante l’orario di lavoro. Contribuendo così a dipingere quell’immagine negativa che, secondo Marianna Madia, andrebbe invece cancellata.
Va anche detto, però, che in apertura del forum il primo ramoscello d’ulivo è stato porto al Governo da Michele Gentile, responsabile Cgil del pubblico impiego, il quale, dopo aver osservato che è impossibile riformare la pubblica amministrazione senza coinvolgere i lavoratori attraverso la contrattazione, ha detto che non è ancora troppo tardi per dare un ruolo agli stessi lavoratori nella riforma avviata dal Governo e che la Cgil è disposta a partecipare a un dialogo costruttivo.
Ma, soprattutto, va detto che Susanna Camusso ha reagito in modo esplicitamente positivo all’annuncio dato dal Ministro nel corso del suo intervento. Bianca Berlinguer, dopo aver ricordato che rispetto a certe tematiche collegate al pensionamento dei lavoratori, a partire dalla cosiddetta flessibilità in uscita, si era recentissimamente registrato un avvio di dialogo fra Governo e sindacati, ha infatti chiesto alla stessa Madia notizie sul blocco contrattuale del pubblico impiego. Ed è stato appunto rispondendo a questa sollecitazione che Madia, dopo aver osservato che il blocco della contrattazione nella Pubblica amministrazione era un portato della crisi, e dopo aver affermato che la recessione è ormai, sostanzialmente, alle nostre spalle, ha detto che il Governo intende superare quel blocco prolungatosi negli anni e poi ha aggiunto: “A inizio luglio convocherò i sindacati”.
Al che Susanna Camusso prima ha manifestato la sua soddisfazione per questa “buona notizia”, ma ha poi suggerito al ministro di fare questa convocazione prima del 12 luglio. Per quella giornata, infatti, come anticipato dal Diario del lavoro, Cgil, Cisl e Uil, terranno a Roma un’assemblea nazionale dei quadri sindacali e dei delegati delle categorie i cui contratti di lavoro non sono stati ancora rinnovati. Sarebbe quindi bene che, per quella data, il confronto contrattuale sul pubblico impiego fosse già avviato.
@Fernando_Liuzzi