Giubilo generale per l’accordo Governo-Sindacati per il mondo del pubblico impiego. Giubilo anche io, meno per una cosa. È riproposto un possibile “surrogato” di quota cento.
E’ detto: “per rafforzare il ricambio generazionale e l’immissione di giovani con nuove competenze si potrebbe ipotizzare un meccanismo volontario di incentivi all’esodo di persone vicine all’età pensionabile e con professionalità non adeguate a cogliere la sfida dell’innovazione tecnologica o non più motivate a rimanere nel settore pubblico”.
Quest’ultima motivazione è una vera chicca.
Quante sono le persone interessate? C’è un progetto oppure solo un mettersi in tasca una carta da giocare in futuro a discrezione?
Se sono masse rilevanti è un grande imbroglio; se è poca gente, ma davvero le amministrazioni interessate non sono in grado di organizzare una utilizzazione conveniente per persone prossime alla pensione e non suscettibili di poter essere aggiornate o riconvertite convenientemente?
Si tenga presente che già oggi per ogni pensionato del pubblico impiego c’è un solo addetto a lavorare; mentre il conto generale è un pensionato ogni 1,4578 persone al lavoro.
E’ anche possibile che l’idea non sia stata dei sindacati, ma del governo stesso. Non sarebbe la prima volta; come possono fare i sindacati a rifiutare un regalo del padrone.
Si dice che si tratterebbe di uno scivolo. E’ uno scivolone.
Aldo Amoretti