Un altro, caro amico ci ha lasciato. Lorenzo Bordogna è morto questa mattina. Lo avevo chiamato nemmeno un mese fa per dirgli che partiva l’avventura di un nuovo Annuario del lavoro, che doveva farsi trovare pronto con un’altra idea brillante. Ma aveva smorzato il mio entusiasmo. Non sono stato bene, mi aveva detto, dovrò fare un lungo ciclo di chemioterapia fino a novembre, non posso assicurarti il mio apporto. Quasi si giustificava di non essere in grado di rispondere. Lo avevo rassicurato, dicendogli di non preoccuparsi, che lo avrei richiamato più tardi, per vedere se era in forze. E invece stamattina questa brutta notizia, tristissima perché Lorenzo era un uomo buono, che si faceva amare. Noi del Diario del lavoro gli volevamo bene perché era sempre pronto a qualsiasi chiamata, era bravissimo, un grande sociologo, capace di cimentarsi nelle imprese più difficili. Per molti anni ha scritto l’introduzione dell’Annuario del lavoro. Un compito difficile, perché doveva leggersi di corsa tutti gli apporti che arrivavano in redazione, collegarli, cogliere in nesso profondo tra loro, per stilare poi un canovaccio perfetto di cosa conteneva l’Annuario, perché era necessario leggerlo, studiarlo. E quando gli chiedemmo di far parte del Comitato dei garanti del Diario del lavoro non esitò un momento, ci disse che per lui era un onore.
Faceva sempre tutto con un sorriso, senza mai farci pesare l’onere al quale lo sottoponevamo. Sarà Mimmo Carrieri nei prossimi giorni a stilare il profilo scientifico del suo collega, che insegnava a Milano, alla Statale. Noi oggi vogliamo ricordare l’amico, il caro amico che ci mancherà molto. Perché la gente, anche gli studiosi, si stanno facendo sbrigativi e insofferenti, proprio il contrario di quello che era lui, che ci teneva alla sua professionalità, naturalmente, ma non faceva pesare mai nulla a nessuno. Era, appunto, un uomo buono. E così lo ricorderemo noi sempre, come un grande amico, da non dimenticare, mai.
Massimo Mascini