Cantami, o Diva, del Matteo peloso
l’ira funesta che infiniti addusse
guai alle ONG, molte anzi tempo all’Orco
clandestine travolse alme di negher
e di pesci e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò nel mare.
Questo sarà l’incipit della ‘’Salvinide’’, il poema che tramanderà alla storia e alle generazioni future le gesta del Capitano, quando la nostra Guardia costiera sarà riuscita ad impedire l’invasione, a difendere i confini, ad affondare la nave pirata che vuole sbarcare sul sacro suolo della Patria, una quarantina di terroristi, travestiti da migranti, ma armati di tutto punto. Ne va del prestigio della nazione. Il Comandante in capo ha ripetuto più volte il suo ‘’no pasaran’’, ma la nave Sea Watch è entrata ugualmente nelle nostre acque territoriali. Di clandestini neri ne sbarcano sulle nostre coste tutti i giorni, ma il Capitano ha altro da pensare nell’interesse di quei 60 milioni di figli che sono gli italiani. A lui basta giocare alla roulette russa e fare la faccia feroce di tanto in tanto per tener viva l’attenzione dei suoi sostenitori per i quali le cose esistono e si materializzano solo quando è Lui a volerlo.
Se qualche barcone arriva sulle nostre coste in silenzio, senza farsi pubblicità in tv e senza avvalersi dell’aiuto delle Ong (piuttosto gli scafisti), Salvini è tanto generoso da chiudere un occhio e non ha difficoltà a fingere di non vedere e a voltarsi dall’altra parte (in realtà vede e sa tutto grazie all’inseparabile Smartphone). Se si azzardano a sfidarlo, però, non ci vede più ed è pronto a schierare la forza, perché nessuno è autorizzato a rompergli quegli attributi ereditati dal ‘’celodurismmo’’ delle origini leghiste. E Giorgia Meloni l’avete sentita? Sembrava Margaret Thatcher – chinata ad osservare il plastico che riproduceva lo scenario delle Isole Falkland con il modellino dell’incrociatore argentino ‘’Belgrano’’ – quando impartisce agli ammiragli perplessi il fatidico ordine: ‘’Affondatelo’’. Italiani, dormite sonni tranquilli; siamo in buone mani. Abbiamo finalmente dei governanti che non si prendono nessuna responsabilità in materia di politica economica, di lavoro, di opere pubbliche e di tutto ciò che non riesce neppure ad entrare nell’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri. Se si tratta di neri, per di più clandestini, il Capitano è inflessibile. Non gliene scappa uno.
Anche perché dopo non riuscirebbe più a rimpatriarlo. Ma perché c’è tanta attenzione nei confronti degli ultimi ranghi dei ‘’dannati della terra’’ che sono disposti a rischiare la vita in mare pur di venire a cercare la ‘’pacchia’’ da noi? Eppure si tratta di una minoranza dei migranti. L’Istat recentemente ha pubblicato un rapporto (più di 400 pagine) con il titolo ‘’Vita e percorsi di integrazione degli immigrati in Italia’’ dove si legge – tra i tanti aspetti di grande interesse – che ‘’solo il 5,8 per cento degli uomini e l’1,2 per cento delle donne è arrivato in Italia utilizzando barche o gommoni: questa percentuale scende dal 5,1 per cento degli arrivi pre-2003 allo 0,4 per cento degli arrivi post-2008. L’aereo (44,6 per cento), il pullman (24,2 per cento) e l’automobile (10,7 per cento) sono, invece, i mezzi di trasporto più utilizzati per raggiungere l’Italia. Solo l’8,4 per cento delle persone di origine straniera ha utilizzato la nave; il 6,6 per cento si è servito del treno e il 3,3 per cento è arrivato in barca o sul gommone. Si racconta che Goebbels un giorno abbia detto: ‘’Qui decidiamo noi chi è ebreo e chi no’’.
Salvini vuole decidere lui chi è più clandestino di altri. Si vede che i migranti del Canale di Sicilia sono le truppe scelte di George Soros, messe alla prova dello sfinimento fisico in mezzo al mare ed esposti al sole o al freddo per lunghi e interminabili giorni. Vedremo come andrà a finire questa vergognosa storiaccia. Intanto Luigi Di Maio ha preso una posizione di quelle che un tempo erano definite ‘’articolate’’. A parte gli errori di geografia (Madrid non è sul mare ma su di un altopiano nel centro della Penisola iberica) il vice ‘’giallo’’ ci ha tenuto a precisare che nessun ministro pentastellato ha competenze in materia di immigrazione.
Pertanto la sua parte politica se ne lava le mani, salvo prendersela con la solita Europa nullafacente che non cambia le regole del trattato di Dublino. Si vede che non conta che vi sia un tavolo di confronto e di negoziato aperto da anni ma disertato dai responsabili italiani. Comunque ‘’spezzeremo le reni’’ alla Sea Watch.