In un’imprevista quanto inusuale inversione di ruoli, Marco Travaglio in un editoriale sul Fatto.it dal titolo “Abolition men” paragona Luigi Di Maio al personaggio di Antonio Albanese “Cetto La Qualunque”.
L’accusa sono le roboanti dichiarazioni del Vice premier sull’abolizione della povertà in Italia, espresse nel peggiore dei salotti romani, quello di Porta a Porta, ospite del vituperato Bruno Vespa.
A Di Maio, di cui ricorda anche la comparsata dal balcone di Palazzo Chigi, Travaglio, rimprovera l’inverosimilità delle sue affermazioni (per abolire la povertà servirebbero infatti 50 miliardi e non i dieci di cui si parla) e soprattutto il farsi vanto di un provvedimento (insieme a numerosi altri altrettanto inverosimili) che sic stantibus rebus è solo una dichiarazione di intenti priva ancora di qualsiasi valore giuridico e fattuale.
Se l’intenzione di Travaglio era quella di offendere Di Maio credo ci sia pienamente riuscito in quanto non credo esista sulla faccia della terra un personaggio più squallido di quello ideato da Albanese per rappresentare l’idealtipo del politico meridionale qualunquista e lestofante.
La cosa sorprende in quanto l’appoggio al Movimento 5 Stelle da parte di Travaglio e di larga parte del Fatto è di tutta evidenza e quindi l’editoriale rappresenta un punto di rottura particolarmente significativo.
Altrettanto inaspettato è l’appoggio dato da Stefano Fassina, uomo di punta di LEU al “coraggioso e largamente condivisibile” DEF targato Salvini-Di Maio. Nel merito del provvedimento è difficile aggiungere altro a quanto scritto da Alfonso Giani sulle colonne del Manifesto del 7 ottobre in un suo articolo dal titolo “MS5-Lega e Commissione Ue, le due menzogne”. Di quell’intervento mi sento di condividere l’intero ragionamento.
Il punto che voglio qui richiamare è l’opportunità per una forza politica che sta all’opposizione di dare un’apertura di credito così convinta a una compagine governativa che, del superamento della sinistra vecchia e nuova e della fine dei partiti tradizionali, ha fatto l’asse portante della sua strategia politica.
Fassina dovrebbe ricordare che il 30% degli elettori dei 5 stelle sono transfughi, non senza ragione, della vecchia sinistra e che la sua affermazione sul valore del DEF targato 5 stelle-Lega è una conferma sulla bontà di quella scelta di cambiamento.
Un ulteriore spunto di riflessione riguarda le imminenti elezioni europee dove si giocherà parte del destino della UE. E’ del tutto evidente che le scelte governative sono inevitabilmente strumentali e finalizzate a massimizzare il massimo consenso nella prossima tornata elettorale. La guerra dichiarata all’Europa, a cui oggi si aggiunge lo scontro con la Germania sui voli charter di rimpatrio, sono delle abili strategie per nascondere una serie di misure inutili e moralmente discutibili come la terza rottamazione delle cartelle o la cosiddetta pace fiscale. Su questi punti la sinistra dovrebbe dare battaglia e costruire una proposta radicalmente alternativa a quella dell’attuale esecutivo.
Senza contare che i provvedimenti del governo sul fisco sembrano una partita di giro in cui a farne le spese potrebbe essere non il grande capitale ma il medio ceto, compresso come un sandwich tra i diseredati del sud cari a Di Maio e le partite IVA del Nord poste sotto l’ala leghista.
Non per nulla solo spiccioli saranno destinati all’aumento del Fondo Sanitario nazionale ( che avrebbe bisogno di un incremento di 4 miliardi) e poco o nulla spetterà alla componente più professionalizzata del comparto pubblico (i medici) che dopo 10 anni forse concluderanno il rinnovo del contratto con un misero piatto di lenticchie.
Aldilà dunque di ogni condivisione sulla necessità di uscire dalla rigida logica del rispetto dei parametri di convergenza, a cui sembra in parte ispirarsi l’attuale DEF, esistono differenze di fondo tra 5 stelle e sinistra che non possono essere sottaciute.
Il rischio è dunque che al probabile fallimento della sinistra nella prossima tornata elettorale per le europee un contributo, sicuramente involontario, l’abbia dato anche chi a quella scadenza vuole andare con un progetto alternativo a quello dei 5 stelle.