Il gracchiare petulante ed insulso della televisione confonde e annulla i pensieri. Tutto finisce nel frullatore di un’informazione esasperata e allucinatoria. Nei tg le notizie si rincorrono e si sovrappongono in base ad un criterio di tempestività che le rende tutte uguali. Una gerarchia esclusivamente temporale e falsamente asettica tale da impedire ogni riflessione di merito. La logica inesorabile delle breaking news paralizza le sinapsi.
Le vicende politiche vengono snocciolate con una serie di banali e propagandistiche dichiarazioni di leader e peones, nessun escluso, partiti, correnti e movimenti che dir si voglia, sulla base di un malinteso criterio di oggettività, in una poltiglia di buoni propositi. Filastrocche imparate a memoria che suonano come letterine inviate a Babbo Natale.
E i programmi di dibattito e approfondimento intorbidano ancora di più le acque. Sempre gli stessi protagonisti, ristretta casta dei talk show, che passano da una trasmissione all’altra forse attraverso sotterranei passaggi segreti e che urlano, urlano, urlano, in un crescendo di affermazioni presuntuose, spregiudicate, contraddittorie. Le opinioni scolorano nella lavatrice delle risse verbali. Si resta attoniti, preoccupati, sgomenti. Chi ha un’idea rischia di perderla senza riuscire a farsene un’altra. Chi cerca risposte ai tanti dubbi, troverà solo ulteriori interrogativi. E chi è tetragono nei propri convincimenti, diventerà sempre più stolido e intollerante.
Il governo vara la nuova manovra? Critici e apologeti si alternano sullo schermo evidenziando i punti critici o esaltando le potenzialità. Chi ha ragione? Tutti e nessuno, in un caos di cifre che ottunde le menti. L’Iva prima o poi aumenterà? Ed è giusto tenerla bassa anche per prodotti come il tartufo o gli alberghi di gran lusso? Si capisce solo che Di Maio e Renzi avevano intimato di non alzarla e la loro linea ha trionfato. Alla faccia di ogni oggettiva valutazione economica. E l’uso della carta di credito penalizza gli evasori o avvantaggia le banche? E’ giusto scoraggiare il contante oppure il contatto materiale con il denaro rende più oculate le spese? Il cicaleccio dei presunti esperti ammorba l’aria e non chiarisce alcunché.
I mutamenti del clima e le proteste dei ragazzi che invocano la salvezza del pianeta sono inghiottite dai telegiornali senza lasciare traccia. La recente sentenza della Corte Costituzionale sul suicidio assistito avrebbe meritato qualche seria e pacata considerazione in più. E invece, anche in questo caso, microfono libero per i crociati delle due tesi, gli uni contro gli altri armati.
Eppure il senso della vita non dovrebbe essere materia di consumo offerta da ospiti pagati a gettone. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità ogni anno mettono fine alla propria esistenza 880 mila persone, vale a dire un suicidio ogni 40 secondi e un tentativo ogni 3. In Italia, con 4 mila morti, è come se ogni dodici mesi scomparisse un intero paese.
Morire, dormire, forse sognare. Di certo, spegnere la televisione.
Marco Cianca