E’ in dirittura d’arrivo la stretta contro i furbetti del cartellino. Domani, sul tavolo del Consiglio dei ministri, è atteso il provvedimento che accelera i tempi della procedura di licenziamento dei dipendenti pubblici “fannulloni”.
Per gli statali infedeli, colti in flagrante o scoperti nella falsa attestazione della presenza in servizio attraverso telecamere e altri strumenti di registrazione, si profila una sanzione in due tempi.
Primo step, secondo le indiscrezioni finora circolate, la sospensione obbligatoria dal servizio e dallo stipendio che scatterà entro 48 ore dall’accertamento dell’illecito.
L’interessato, in questa fase, non avrà la possibilità di opporsi al provvedimento.
In un secondo momento partirà il procedimento disciplinare che porterà al licenziamento. Rispetto al passato, anche questa fase, sarà più rapida: potrà durare al massimo 30 giorni contro gli attuali 60 giorni. In questo periodo il dipendente avrà la possibilità di difendersi.
Stretta in vista anche per i dirigenti pubblici. Saranno licenziabili quei manager colpevoli di “omesso controllo” o quelli che chiuderanno un occhio sugli illeciti.
Non si toccano, invece, le tutele previste dall’articolo 18. In caso il giudice ritenesse illecito il licenziamento, il lavoratore pubblico verrà reintegrato e avrà diritto agli arretrati.