Cara Susanna,
ci conosciamo da più di 20 anni, da quando intervenni in uno di quei Comitati Centrali della Fiom, per difenderti dalle accuse ingiuste che ti fecero sull’accordo Alfa di Arese. Poi tu, io e altri, andammo a ricoprire altri incarichi. Il gruppo dirigente che rimase a guidare la Fiom, si collocò sempre più su posizioni massimaliste e antagoniste, perdendo di vista spesso, gli interessi dei lavoratori che rappresentava, esponendo la Categoria stessa, a sconfitte con forte ridimensionamento del ruolo. Ricorderai la sconfitta della Fiom sul referendum del 2003 per far riconoscere l’art.18 dello statuto, anche ad aziende con un solo dipendente( povero dipendente se vincevano); ricorderai gli attacchi alle finanziarie del primo governo dell’Ulivo, così come la costante critica al modello contrattuale firmato da Trentin e Ciampi; ricorderai, sempre nel 2003, quando la Fiom presentò da sola la piattaforma del rinnovo del Contratto Nazionale e ricorderai che chiese un aumento economico uguale per tutti, contro ogni regola, contro ogni parametro di equità. Volevano fare il contratto nazionale azienda per azienda, non passarono per fortuna, sarebbe stata la fine del contratto nazionale; ricordi senz’altro, che dal 2001 al 2015, su 7 contratti nazionali, tra rinnovi economici e normativi, la Fiom ne ha firmati 2(DUE).
Un bilancio sindacale disastroso. Nella Cgil di Lama e Trentin, per la metà di questi disastri, il gruppo dirigente sarebbe stato azzerato. Era la Fiom del povero Sabatini e di Rinaldini, ma anche di Landini, sempre dalla stessa parte, senza mai un dubbio. Il loro erede e interprete naturale. Infatti, con la stessa modalità e approccio sindacale, appena eletto Segretario Generale, non solo porta la Fiom alla sconfitta in Fiat, ma sbatte la porta in faccia, al valore più alto che appartiene ai sindacalisti della Cgil dai tempi di Di Vittorio: il referendum trai lavoratori, che a grande maggioranza diranno sì all’accordo di Fim e Uilm. Ricordi sicuramente, perché lo volevi deferire ai probiviri (sbagliando aggiungo), quando, nell’opporsi all’accordo sulla rappresentanza, tentò di trascinare lo scontro nell’ ultimo congresso. Era il 2014. Cosa è cambiato? Perché ha firmato finalmente un Contratto Nazionale fine 2016? Bada bene io non lo demonizzo, ma possiamo dire che è il peggiore Contratto che non solo la Fiom, ma tutte le categorie abbiano MAI firmato, introducendo per la prima volta il Welfare aziendale su aumento contrattuale nazionale?
Ciò che ritengo grave nella tua proposta, non sta nel nome che hai fatto. Sta nel messaggio che vuoi lanciare: “ non c’è bisogno di un sindacalista in grado di costruire alleanze nel paese, nella società, per rilanciare il valore del lavoro, che non sia divisivo e inutilmente conflittuale, NO, oggi nell’epoca di Di Maio e Salvini, abbiamo bisogno di un segretario che rimane simpatico nei talk show “ (non ha importanza se ha passato una vita a distinguersi, chiuso nel proprio fortino, se ha perso quasi tutte le battaglie, penalizzando i lavoratori, importante è che negli ultimi tempi abbia cambiato un po’ il tono). Che messaggio dai cara Susanna, a quei dirigenti sindacali, che ogni giorno hanno lavorato e lavorano per trovare soluzioni, le migliori possibili per i lavoratori, che ci mettono la faccia, che si assumono responsabilità, che affrontano il parere dei lavoratori anche quando non ci sono applausi da prendere o comizi da fare, ma spiegare accordi a volte complicati, difficili ma necessari? Dirigenti che nel fare questo, affermano il valore del sindacato che contratta, che condiziona, che determina, che non si rifugiano nel pianto e nella lamentela continua di un mondo cattivo che va per la sua strada; dirigenti che sanno misurarsi sia con i vecchi Agnelli che con i nuovi Marchionne, che sanno confrontarsi coni partiti e con i governi che ci sono, senza evocare nuove coalizioni. Insomma, cara Susanna, mentre aspettiamo il sol dell’avvenire, abbiamo bisogno di qualcuno che faccia qualcosa adesso, per il lavoro e per i lavoratori.
Fabrizio Tola