Quaranta minuti in tutto, per presentare un programma di rilancio dell’azione di governo e per lanciare un altola’ a Matteo Renzi: ”se vuole venire al mio posto, deve dire cosa vuol fare. Occcorre chiarezza, la chiedo io e la chiedono i cittadini”. Cosi’ Enrico Letta, alla stampa riunita a Palazzo Chigi, ha ribadito di non avere alcuna intenzione di traslocare per lasciare spazio al segretario del Pd. Il programma presentato dal premier si articola in 6 punti che, come ha ammesso lo stesso Letta, ”Non ecciteranno nessuno”. Infatti, per lo piu’ si tratta di cose gia’ sentite molte volte: un piano per l’occupazione, non meglio precisato, un piano per gli asili nido (ancora), un piano per la scuola (da 5 a 18 anni no stop), un piano per la liberalizzazione dei servizi pubblici locali (ancora), un pacchetto di contrasto alle mafie e all’illegalita’, e via dicendo. La sola novita’ e’ l’annuncio di un fondo di 30 miliardi, che dovrebbero arrivare, tra l’altro, dal piano di rientro dei capitali che proprio oggi, col varo dei ”modelli’ da parte dell’agenzia delle entrate, inizia il suo concreto cammino. Ma sopratutto, Letta ha rivendicato l’operato del governo in questi mesi, ha negato che si sia semplicemente galleggiato, ha parlato di un ”metodo” fatto di ”basso tasso di protagonismo, alto tasso di concretezza”. Lo stesso metodo con cui vuole proseguire il suo mandato (a questo proposito, ha rivolto un grazie sentito a Napolitano) ma, ammette, qualche cambiamento sara’ necessario: ”sono cambiate molte cose, nel quadro politico, e occorre tenerne conto”. E ancora, ha invitato a considerare il bicchiere mezzo pieno: ”per la prima volta da tre anni, abbiamo iniziato l’anno solare NON sotto la spinta di una crisi finanziaria”. Il programma sara’ ora ”offerto” alle forze che compongono la maggioranza, per una ”verifica”. Poi, si vedra’. Ma la vera verifica per Letta arrivera’ domani, con la direzione del Pd, dove Matteo Renzi dira’ cosa intende fare, se staccare o meno la spina all’esecutivo. Riferendosi al colloquio avuto con il capo del Pd stamattina, Letta lo ha definito ”franco e diretto”. In altre parole, confermando lo scontro di cui avevano riferito le indiscrezioni. E tanto perche’ sia chiaro, tutto il discorso del premier e’ stato scandito da frecciate all’indirizzo del ”rivale”. Domani, in direzione, la resa dei conti finale, o almeno si immagina.
N.P.