La prossima vittima è la commessa. Negli ultimi anni, abbiamo visto via via sparire dattilografe, centraliniste, contabili, cassieri, bancari, hostess. I panorami abituali della nostra vita quotidiana sono stati stravolti: locali riadattati negli uffici, sportelli vuoti in banca, banconi deserti ai check in degli aeroporti, faticose digitazioni alle casse automatiche dei supermercati. I posti di lavoro tipici delle classi medie sono stati svuotati. Adesso, tocca ai grandi magazzini, ai negozi. Una volta, si diceva che la salute di un’economia si vedeva dal numero delle classiche borse di carta, gonfie di acquisti, che si vedevano in giro. Non più: bisogna andare a guardare le statistiche del traffico sui siti di e-commerce.
In realtà, in Italia, comprare online è ancora un’opzione limitata. L’e-commerce copre circa il 3 per cento dei consumi nazionali. Più o meno dove stavano gli Stati Uniti una dozzina di anni fa. E, anche negli Usa, siamo ancora poco oltre il 10 per cento. Ma è stato sufficiente per terremotare un intero settore, portare alla chiusura a cascata di centri commerciali, catene di negozi, grandi magazzini, eliminare 280 mila posti di lavoro dal 2012 ad oggi, solo nei department stores, l’equivalente americano dei nostri Oviesse, Rinascente, Upim. Man mano che anche in Italia si allarga l’uso del computer e si radica la familiarità con Internet, il cammino non potrà essere molto diverso.
Ma è istruttivo, perché, al contrario di quanto avvenuto negli uffici, nelle banche, negli aeroporti, l’ascesa dell’e-commerce ai danni del commercio tradizionale non ha avuto gli stessi effetti devastanti sul mercato del lavoro. A guardare i dati degli Stati Uniti, il commercio online non ha fatto perdere posti di lavoro, rispetto ai classici negozi in mattoni. Al contrario. Dal 2012, i department stores hanno eliminato 280 mila posti, ma il commercio online ne ha creati 320 mila. Probabilmente, anzi di più, se consideriamo anche il ricasco sui trasporti, la gestione dei depositi ecc.. Ma è ugualmente un gigantesco sconvolgimento.
I nuovi posti, infatti, non stanno dove stavano gli altri. Il negozio in mattoni, infatti, deve stare dove sta la gente, che guarda le vetrine, si affaccia, ispeziona un possibile acquisto, prova un vestito, controlla la luminosità di un televisore. Tutto questo – online – si fa sullo schermo di un computer. Il negozio e la merce possono stare dovunque. Questo, spiega uno studio compiuto dalla Federal Reserve di New York, significa che l’online non replica i posti di lavoro perduti, negli stessi centri urbani, distribuiti a pioggia per la città. Assai più conveniente stabilire quartier generale e magazzini lontano, in campagna. Vuol dire eliminare mille posti a Roma e crearli a Valle del Salto, nel cuore delle montagne abruzzesi. O anche più lontano, dalle parti di Pordenone. Non solo. Mentre un grande magazzino può avere 50, 100 sedi sparse in giro per città e cittadine, un’azienda di e-commerce si può accontentare di un paio di postazioni- chiave, per distribuire i prodotti su scala interregionale.
Trovare un lavoro di commessa dietro casa, nello stesso quartiere, anche nella stessa città, dunque, può rivelarsi impossibile. Ma non basterebbe neanche trasferirsi a Valle del Salto. Lo spiega ancora la ricerca della Fed di New York. Lo stipendio medio, nel commercio online, sfiora i 60 mila dollari l’anno e continua a crescere. Nel commercio tradizionale (anche per via di un massiccio ricorso al part time) è fermo a poco più di 20 mila dollari: un terzo.
Per un verso, è una gran bella notizia. Ma, attenzione: significa che le competenze richieste sono ben diverse. Non bastano più bella presenza, modi affabili, la disponibilità ad imparare la dozzina di cose importanti per vendere un paio di scarpe. Occorrono le capacità di navigare i software, gestire i magazzini, organizzare la distribuzione. La commessa del futuro non è più il primo gradino di una carriera lavorativa o il porto sicuro in cui appoggiarsi per arrotondare il bilancio familiare. E’ una sfida professionale a tutto tondo.
Volendo, è una storia a lieto fine. L’e-commerce offre lavori più gratificanti e meglio pagati, mentre consente ad aziende medio-piccole, impossibilitate a crearsi una rete di distribuzione, di raggiungere i potenziali clienti. Ma quel lieto fine bisognerà imparare a sudarselo. A Valle del Salto, comunque, i campi da sci sono a un passo.
Maurizio Ricci