La legge sulla partecipazione, promossa dalla Cisl con una raccolta di firme, arriva a compimento: andra’ in Aula alla Camera, infatti, il 27 gennaio.
Ma sull’iniziativa piomba la sconfessione durissima del segretario generale della Cgil: “la legge sulla partecipazione- dichiara Maurizio Landini in una nota- distrugge la contrattazione collettiva nei luoghi di lavoro, al ribasso rispetto a quanto già concordato sui diritti di informazione e consultazione nei contratti nazionali ed aziendali. Una proposta senza alcun vincolo alla reale rappresentanza delle parti”.
Per il segretario della Cgil “nessuna norma a sostegno della partecipazione può prescindere dalla definizione di una legge sulla rappresentanza e sul diritto delle lavoratrici e dei lavoratori ad eleggere i propri delegati e a votare sugli accordi che li riguardano”.
Inoltre, per Landini “la proposta di legge limita la partecipazione dei lavoratori alla semplice presenza nei Consigli di amministrazione, indicando una generica partecipazione agli utili e cancellando il rapporto tra salario e reale prestazione lavorativa”. “Le Commissioni per la partecipazione organizzativa e consultiva, proposte nella legge, di fatto – sottolinea il segretario generale della Cgil – assorbono e cancellano il ruolo e l’autonomia contrattuale delle Rsu”.
In conclusione, per il leader di Corso Italia “ciò che serve ai lavoratori e alle imprese è una vera legge sulla rappresentanza, la validità erga omnes dei contratti e, su tali basi, l’introduzione del salario orario minimo in attuazione della direttiva europea”.