Le sardine nuotano in un mare oscuro. Le migliaia di giovani che in Emilia- Romagna, a sorpresa, cantano Bella Ciao e vogliono opporsi, “pacificamente e con il sorriso”, alla paventata invasione leghista, sono un paradosso. Contestano l’opposizione all’attuale governo senza però mostrare alcun entusiasmo per il medesimo. Proclamano i principi dell’antifascismo, dei diritti e della tolleranza ma non indicano chi, a loro dire, è degno di incarnarli. “Siamo un esperimento”, sostiene Mattia Santori, uno degli organizzatori della protesta, partita con un tam tam su Facebook e presto trasformatasi in una massiccia sequenza di flash mob.
“Non siamo un movimento e tanto meno un partito”, ripetono, rigettando l’accusa di essere mossi da burattinai prodiani. In qualche modo ricordano i girotondi contro Berlusconi, che però avevano una forte connotazione intellettuale mentre qui siamo di fronte ad uno spontaneismo generazionale. Assomigliano di più a Greta Thunberg e ai ragazzi dei Fridays for future. Si può dire che rappresentano una nuova forma di quell’antipolitica che i cinque stelle e la nuova destra hanno trasformato in politica e che ora, con l’implosione dei grillini, sta acquisendo una valenza di sinistra uscendo dalle esiziali alchimie postcomuniste.
Un fenomeno salutare, la prova di nuove e impreviste passioni, anche se in molti si affannano a scomodare Pietro Nenni e la sua profezia sulle piazze piene e le urne vuote. Le elezioni regionali del 26 gennaio consentiranno una prima valutazione. Il fatto è che dopo la caduta del muro di Berlino e la tempesta giudiziaria di Tangentopoli, le trasformazioni e i mimetismi dei partiti non hanno ancora trovato un punto di equilibrio. Nicola Zingaretti invoca un’anima per l’esecutivo ma intanto Matteo Salvini dà corpo al disagio e al risentimento. Un inedito e capovolto scontro tra idealismo e materialismo?
L’azzurro delle sardine è solo un lieve bagliore nelle tenebre della democrazia rappresentativa. Beppe Grillo, l’apprendista stregone al quale è scappata di mano la forza disgregatrice che aveva evocato, rilancia la teoria del sorteggio per le cariche pubbliche, come nell’antica Atene. Forse non sa che John Wycliffe voleva adottare una simile scelta anche per il Papa. Dopo la sua morte, il cadavere fu esumato e le ossa bruciate.
Tutto ciò che è vecchio, diventa nuovo. “La storia è Filomela, e a quanto si dice è stata violentata, le è stata tagliata la lingua, e di notte fischia in fondo ai boschi”: Lo scrive Eric Vuillard in “ La guerra dei poveri”, una visionaria e poetica biografia di Thomas Muntzer.
Gli italiani sono mutevoli e faticano ad andare d’accordo con se stessi. Ma non buttano mai via niente, tutto può tornare utile ed essere riciclato.
La minchiata giusta al momento giusto. Parola di Antonio Albanese.
Marco Cianca