La mattina di giovedi 28 gennaio, alle 9, mi sono collegato con Radio 24 per ascoltare il rapido gr che la testata radiofonica del gruppo Il Sole 24 Ore trasmette a quell’ora. Ma la voce asettica dello speaker di turno mi ha informato che il gr non sarebbe andato in onda a causa di uno sciopero che, nella giornata di oggi, avrebbe coinvolto i giornalisti di tutto il gruppo.
Più tardi sono andato all’edicola, dove ho constatato che Il Sole c’era. Però, da un comunicato sindacale pubblicato in una pagina interna, e firmato dai Comitati di redazione delle tre testate del gruppo, ho appreso che il quotidiano cartaceo non sarebbe stato in edicola il venerdi, mentre nella giornata odierna il sito del sole24ore.com non sarebbe stato aggiornato, e anche le redazioni dell’agenzia Radiocor Plus e di Radio 24 sarebbero state in sciopero.
Perché tutto questo? Non si può dire che si tratti di un fulmine a ciel sereno. Infatti, la redazione del quotidiano della Confindustria era in stato di agitazione già dal 5 gennaio scorso, ed era stato poi annunciato che dal 9 gennaio sarebbe iniziata una settimana di sciopero delle firme dei giornalisti del quotidiano stesso. Iniziative sindacali assunte “contro il rischio” che i tre colleghi che costituivano la redazione di IL, mensile collegato al quotidiano, venissero collocati in Cassa integrazione a zero ore.
Infatti, nonostante che nella primavera scorsa fosse stato effettuato un restyling del magazine, e nonostante quindi che apparisse legittimo pensare che la direzione del gruppo avesse deciso di continuare a puntare su questa testata periodica, a novembre era stato annunciato che quello di dicembre sarebbe stato il suo ultimo numero.
Da parte sindacale, si è cercato allora di ottenere che i tre giornalisti in questione venissero ricollocati fra le varie testate del gruppo. Invece, quello che inizialmente appariva come un rischio da scongiurare, si è trasformato in un fatto concreto e prolungato. Infatti, si è manifestata la volontà dell’editore non solo di porre i tre giornalisti in Cassa integrazione a zero ore, ma addirittura di farlo per un periodo di 2 anni.
Nel lungo comunicato sindacale, stilato con toni insolitamente duri, si afferma che questa decisione è stata assunta “in maniera unilaterale” dall’Azienda; un’Azienda che prima “si è rifiutata di accogliere qualsiasi ipotesi di riassorbimento nelle redazioni dei 3 colleghi”, e poi “anche di concordare possibilità più sostenibili di utilizzo dell’ammortizzatore” sociale.
Il comunicato sottolinea, inoltre, che “per la prima volta nella storia delle relazioni sindacali al Sole 24 Ore non è stato possibile trovare un accordo su una vicenda nel merito assai circoscritta, ma che si è voluta caricare di un valore esemplare”.
L’atteggiamento dell’Azienda viene quindi definito “sconcertante”, anche perché si produce in un momento in cui, “per la prima volta da molti anni, ci sono le condizioni perché il bilancio 2020 chiuda in equilibrio”. Infatti, secondo i tre Comitati di redazione, “ultimi numeri ufficiali alla mano, relativi ai conti all’altezza dei primi 9 mesi del 2020, i ricavi diffusionali dell’area quotidiano sono in crescita (+4,5%)”, mentre “la marginalità è positiva”, con un Ebitda (utili calcolati prima degli interessi, delle imposte, del deprezzamento e degli ammortamenti) in forte crescita rispetto “allo stesso periodo dell’anno precedente”.
Nella parte conclusiva del loro comunicato, i tre Comitati di redazione si rivolgono direttamente alle lettrici e ai lettori delle testate del gruppo, affermando di trovarsi “costretti” a scioperare e di temere che “in questo modo” si apra “una stagione di conflitto che non sarà breve né leggera”.
@Fernando_Liuzzi