Entra nel vivo la trattativa sulla produttività. Ieri nelle sede nella foresteria di Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese, Alleanza Cooperative e Confindustria, hanno presentato un documento unitario che chiede di affidare alla contrattazione collettiva la possibilità di definire il concetto di equivalenza e di prevedere l’assegnazione a mansioni inferiori”. L’attuale disciplina delle mansioni (art. 2103 cod. civ.) consente al datore di lavoro di assegnare al dipendente solo mansioni superiori od equivalenti a quelle precedentemente svolte, ma il concetto di equivalenza è sottratto alla contrattazione collettiva ed è verificato dal Giudice. Gli imprenditori chiedono la modifica della vigente disciplina legale affinché affidi alla contrattazione collettiva, la possibilità di definire il concetto di equivalenza e di prevedere l’assegnazione a mansioni inferiori. Nel documento si chiede anche il superamento degli automatismi contrattuali, il rafforzamento del secondo livello di contrattazione, maggiore flessibilità, azionariato ai dipendenti con fiscalità di vantaggio e un patto intergenerazionale per far uscire i padri e far entrare i figli.
Le parti sperano di trovare un accordo entro il Consiglio Europero di giovedì prossimo. Rimane però da risolvere la freddezza della Cgil che teme che sia molto difficile trovare un’intesa che riesca in concreto a mettere d’accordo esigenze di produttività di un’impresa artigiana con dieci dipendenti con quella di colossi come l’Enel. La Cgil è anche preoccupata del fatto che tutti dicono che la base deve essere l’accordo del 28 giugno. Il sindacato fa notare che l’intesa non è stata firmata né dagli artigiani né dai commercianti di Rete Imprese Italia. Più positivi Uil e Cisl. Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, “la discussione è ancora in una fase iniziale. Per ora la senzazione è positiva, ma bisogna vedere cosa accadrà quando si entrerà nel merito”. Il prossimo incontro si terrà nelle prossime ore. (LF)
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