Raffaella Vitulano
Il Trattato di Nizza introduce una serie di riforme volte a preparare le istituzioni Ue all’allargamento a dodici paesi candidati all’adesione. Ecco le principali novità concordate dai leader dell’Unione nel summit del 7-11 dicembre scorso nella città della costa azzurra.
– Estensione decisioni a maggioranza: l’obiettivo iniziale era di limitare drasticamente le decisioni all’unanimità nel Consiglio dei ministri Ue, onde evitare la paralisi della costruzione europea. A conti fatti, una quarantina di materie sono passate a maggioranza. Ma nei settori più importanti, ha prevalso la logica degli interessi nazionali e diversi paesi sono riusciti a mantenere il proprio diritto di veto: il Regno Unito per il fisco e la sicurezza sociale, la Germania per l’asilo e l’immigrazione (almeno fino al 2004), la Spagna per i fondi strutturali, la Francia per l’audiovisivo.
– Commissione Ue: attualmente l’esecutivo Ue è composto di 20 membri: cinque paesi (Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna) hanno due rappresentanti a testa, gli altri dieci uno ciascuno. I ‘grandi’ perderanno un ‘seggio’ a partire dal 2005, ma i ‘piccoli’ non hanno voluto mettere in discussione il principio di un commissario a testa. La Commissione, dunque, continuerà a crescere fino a quando i paesi membri saranno 27: solo allora, presumibilmente oltre il 2010, la questione di riportarla a dimensioni più gestibili (attraverso un metodo di rotazione) sarà riesaminata.
– Riponderazione voti: l’attuale sistema per le decisioni a maggioranza qualificata del Consiglio dei ministri Ue assegna 10 voti ai quattro grandi paesi (Germania, Italia, Francia e Regno Unito) e quote più contenute per gli altri, fino ai 2 del Lussemburgo. In vista dell’allargamento è stata effettuata una revisione dei ‘pesi’ che rifletta con più fedeltà il peso demografico degli stati membri ed impedisca che un’alleanza di piccoli possa mettere in minoranza i ‘grandi’. I quattro ‘big’ avranno dunque 29 voti ciascuno e gli altri paesi numeri inferiori. La Germania ha accettato di mantenere la parità formale con la Francia, ma ha ottenuto in cambio una clausola demografica che le permette di bloccare con una certa facilità le decisioni non gradite.
– Cooperazioni rafforzate: nell’Ue allargata, saranno la strada maestra per far procedere l’integrazione più rapidamente in certi settori. Un gruppo di almeno otto paesi potrà lanciare una cooperazione rafforzata e sarà eliminato il diritto di veto di un paese non partecipante al suo avvio. Le regole saranno più flessibili che nel quadro attuale. La difesa è rimasta esclusa per l’opposizione di Londra.
– Parlamento europeo: l’ingresso dei nuovi paesi membri comporterà un aumento degli eurodeputati dagli attuali 626 a 732 ed una redistribuzione dei seggi. La Germania ne manterrà 99, ma gli altri grandi (Italia, Francia e Regno Unito) ne perderanno 15 a testa, scendendo da 87 a 72.
Dopo Nizza: al Trattato è stata allegata una Dichiarazione che fissa il percorso del futuro. Nel 2004 una nuova Conferenza intergovernativa definirà ‘una più precisa delimitazione delle competenze fra Ue e stati membri’, lo status della Carta dei Diritti fondamentali, la semplificazione dei trattati, il ruolo dei parlamenti nazionali nell’architettura europea.