“Cinque proposte da sottoporre al governo e alle forze politiche e parlamentari per rendere il sistema previdenziale più equo e per garantire il futuro pensionistico ai giovani”. E’ quanto ha stabilito il Comitato direttivo nazionale dello Spi-Cgil che si è riunito a Roma nelle giornate di ieri e di oggi.
Si parte dal tema della rivalutazione e della difesa del potere d’acquisto di tutte le pensioni e non solo di quelle basse. A tal fine la proposta è di una nuova perequazione, non più limitata alla dinamica dei prezzi ma definita indicizzando la quota di pensione pari al trattamento minimo del Pil nominale.
Lo Spi è, inoltre, contrario alla riduzione della contribuzione in favore della previdenza integrativa, che non avrebbe altre conseguenze che l’indebolimento della pensione pubblica e la sottrazione di risorse all’Inps.
Per dare certezze al futuro pensionato occorre, piuttosto, rivedere il calcolo dei coefficienti, che non può più avvenire sull’intero montante accumulato.
Il sistema auspicato dovrà portare ogni pensionando a sapere quando andrà in pensione in base alla sua data di nascita e quale sarà la quantità della sua pensione.
Bisogna prevedere, inoltre, un riconoscimento economico e non solo figurativo per coprire i periodi di discontinuità contributiva determinata dal lavoro flessibile e precario.
L’ultima proposta riguarda, invece, l’accorpamento degli enti previdenziali e la nascita del Super-Inps. A tal proposito lo Spi-Cgil ritiene che sia indispensabile pensare a nuovi organismi di rappresentanza al suo interno che abbiano più poteri di controllo e anche di gestione. (LF)
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