“L’euro è l’unica valuta dell’Unione monetaria”, altre ipotesi “o non sono legali o sono debito e quindi vanno ad aumentare lo stock di debito. Non c’è una terza possibilità”. Lo ha ribadito il presidente della Bce, Mario Draghi durante una audizione al Parlamento europeo. Quanto alla situazione economica dell’Unione, Draghi ha ammesso che la crescita dell’area euro ha mostrato una “perdita di slancio” nel terzo trimestre, sia a riflesso di fattori globali, come l’indebolimento del commercio, sia a causa di specificità di “alcuni Paesi o settori”. Ma, ha aggiunto, “una parte del rallentamento potrebbe anche risultare temporanea”.
Peraltro, ha osservato, “gli ultimi dati mostrano già una qualche normalizzazione della produzione nel settore auto che è stato coinvolto da fattori una tantum”. E anche una eventuale stabilizzazione del commercio internazionale potrebbe implicare che l’effetto zavorra che ha avuto sulla crescita sia stato temporaneo. “Al tempo stesso – ha avvertito il capo della Bce – i rischi legati al protezionismo, alle vulnerabilità dei mercati emergenti e alla volatilità della finanza restano notevoli”. Rispetto ai singoli paesi, Draghi ha nuovamente ricordato: “Come ho detto tante volte i Paesi con elevato debito pubblico devono ridurlo” .
Poi un riferimento che si potrebbe ritenere diretto all’Italia: eventuali politiche nazionali “insostenibili”, ha detto, possono costringere a “dolorose correzioni” e mettere rischio la coesione di tutta l’eurozona, ha avvertito Draghi. Come si è visto nella crisi passata “l’area euro può risultate esposta a rischi derivanti da politiche nazionali insostenibili, che risultano in livelli eccessivi di debito pubblico, vulnerabilità finanziarie o mancanza di competitività”, ha ricordato. “Tramite i canali finanziari e della fiducia, questi rischi possono trasferirsi ad altri Paesi con fragilità simili o con forti legami con il Paese dove si sono creati. Queste politiche possono anche frammentare le condizioni finanziarie, e in questo modo – ha rilevato – compromettere l’omogenea trasmissione della politica monetaria”.
“E in ultima istanza – è il monito Draghi – politiche insostenibili possono costringere a correzioni economicamente e finanziariamente dolorose, che possono minare la coesione dell’Unione monetaria”. E tuttavia, riferendosi questa volta esplicitamente all’Italia, e alla contesa tra il governo e la Commissione sulla manovra, ha aggiunto: “al momento c’è un dialogo, sono sempre stato fiducioso che un accordo può essere raggiunto”.