Dalle nuove rilevazioni Istat emerge che alla fine di dicembre 2024 risultano in vigore 47 contratti che regolano il trattamento economico di circa 6,4 milioni di dipendenti (49,2% del totale) e corrispondono al 47,3% del monte retributivo complessivo. Nello stesso periodo i contratti in attesa di rinnovo sono 28 e coinvolgono circa 6,6 milioni di dipendenti, il 50,8% dei dipendenti.
Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, è diminuito dai 34,1 mesi di gennaio 2024 ai 21,7 mesi di dicembre 2024. Nel settore privato, la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 37,1%, invariata rispetto al mese precedente e in diminuzione rispetto a dicembre 2023 (38%); i mesi di attesa per i dipendenti con il contratto scaduto sono 10,9 e scendono a 4,1 mesi se calcolati su tutti i dipendenti del settore.
Nel quarto trimestre del 2024, tra i contratti monitorati, sono stati recepiti gli accordi dei servizi portuali e dei tessili. Nello stesso periodo nessun contratto è scaduto. Complessivamente, nel corso del 2024 sono stati recepiti 17 contratti: uno nell`agricoltura, cinque nell`industria e 11 nei servizi privati che hanno coinvolto complessivamente circa 4 milioni di lavoratori dipendenti, per un monte retributivo pari al 28,3% del totale economia. I contratti siglati più rilevanti – in termini di dipendenti coinvolti – sono quelli del commercio, dei pubblici esercizi e del turismo.
Nella media del 2024, in concomitanza con una crescita molto debole dei prezzi, le retribuzioni contrattuali, dopo due anni di marcato arretramento in termini reali, fanno registrare un primo sensibile miglioramento del 3,1%. A livello settoriale la crescita è superiore alla media nel settore privato (+3,4%), in particolar modo nel comparto industriale (+4,6%). Nel settore della pubblica amministrazione, a causa della mancanza di rinnovi contrattuali, la dinamica risulta pressoché stazionaria.
L`indice mensile delle retribuzioni contrattuali orarie a dicembre 2024 registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre e una diminuzione dello 0,6% rispetto a dicembre 2023; in particolare, si registra un aumento tendenziale del 4,8% per i dipendenti dell`industria e del 3,6% per quelli dei servizi privati, mentre si osserva una diminuzione del 14,1% per la pubblica amministrazione.
Nel dettaglio, gli aumenti tendenziali più elevati riguardano il settore metalmeccanico (+6,4%), il legno carta e stampa (+5,3%) e gli alimentari (+5,1%); nessun incremento per edilizia, farmacie private e telecomunicazioni. Variazioni negative, nell`ordine del 20%, per i Ccnl del settore statale della pubblica amministrazione.
“A dicembre 2024, l`indice delle retribuzioni contrattuali – è il commento dell’Istat – fa registrare una diminuzione su base annua che riflette l`anticipo dell`importo relativo al 2024 dell`indennità di vacanza contrattuale, erogato a dicembre 2023 per i dipendenti a tempo indeterminato delle amministrazioni statali, come previsto dal DL 145. Nel settore privato, invece, la dinamica retributiva si conferma superiore al 4% per il terzo trimestre consecutivo”.