È stato raggiunto al ministero del Lavoro un accordo tra governo, regioni e parti sociali per il rilancio del contratto di apprendistato. L’intesa è stata sottoscritta anche dalla Cgil.
La crisi economica ha portato lo scorso anno ad una riduzione consistente del numero dei contratti di apprendistato passato dagli oltre 645mila del 2008 ai 567mila del 2009. Con questa intesa, le parti puntano a far sì che l’apprendistato diventi l’ingresso tipico dei giovani nel mercato del lavoro.
L’intesa raggiunta oggi riguarda l’apprendistato professionalizzante, cioè quello che interessa la fascia d’età che va da dopo l’obbligo scolastico fino ai 29 anni. È un accordo transitorio di un anno in attesa dell’attuazione della delega sull’apprendistato contenuta nel collegato al lavoro recentemente approvato in via definitiva dal Parlamento. Per questo adesso si aprirà un tavolo di confronto per arrivare successivamente ad un’intesa complessiva.
Un’intesa “molto importante”, commenta il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, perché l’apprendistato deve divenire “l’ingresso tipico dei giovani nel mercato del lavoro”. Il ministro ha ricordato la riduzione, dovuta alla crisi economica, della quantità dei contratti di apprendistato, sottolineando anche l’assenza del loro contenuto formativo. “L’accordo vuole rilanciare lo strumento per dare davvero un contenuto formativo che sia garantito dalle Regioni o in sussidiarietà dalle parti sociali con loro iniziative, e gli enti bilaterali”, ha sottolineato Sacconi.
Nella riunione è stato anche presentato dal ministro il “clic lavoro”, il portale del ministero del Lavoro per far incontrare domanda ed offerta, e la banca dati dei percettori di sostegno al reddito
“L’intesa rende ora pienamente utilizzabile l’apprendistato – sottolinea Giorgio Santini, segretario confederale della Cisl – che in un momento di grave crisi occupazionale, soprattutto fra i giovani, dove ha raggiunto quasi il 27%, rappresenta un ulteriore opportunità di lavoro”. “Nel sottoscriverlo – aggiunge – abbiamo chiesto al governo ulteriori politiche di incentivazione anche contributiva per favorire ancora di più le assunzioni di giovani tra i 18 e i 29 anni di età”. (FRN)