Nel 2023 si registra un incremento sia nel numero medio annuo di posizioni lavorative, che ammonta a 15.328.851, +2,7% rispetto all`anno precedente, sia nell`importo totale dei contributi, pari a 161,5 miliardi di euro +6,8% rispetto all`anno precedente. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio statistico dell`Inps sulle imprese del settore privato non agricolo.
A livello territoriale, la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di imprese attive nel 2023, con 284.196 imprese che rappresentano poco più del 17% del totale nazionale. Seguono Lazio (170.690), Campania (152.429) e Veneto (141.579). Le regioni con il minor numero di imprese attive sono la Basilicata (14.139), il Molise (8.048) e la Valle d`Aosta (4.308).
In termini di posizioni lavorative, la Lombardia ospita 3.873.916 posizioni, pari al 25,3% del totale, seguita da Lazio (2.000.734) e Veneto (1.494.897). I contributi totali ammontano a 49,1 miliardi di euro in Lombardia (30,4% del totale), a 20,2 miliardi di euro nel Lazio e a 15,9 miliardi di euro nel Veneto. Nel complesso, le regioni del Nord-Ovest hanno registrato contributi per 64,8 miliardi di euro, pari al 40,1% del totale, seguite dalle regioni del Nord-Est (39 miliardi), del Centro (34,1 miliardi), del Sud (16,9 miliardi) e delle Isole (6,6 miliardi).
Nel 2023, le imprese di piccole dimensioni (fino a 15 posizioni lavorative) rappresentano il 92,5% del totale. Di queste, oltre il 77% sono microimprese con cinque o meno posizioni lavorative. Tuttavia, le imprese con 16 o più posizioni lavorative, sebbene rappresentino solo il 7,5% del totale, occupano il 67,6% dei posti di lavoro.
Sempre nel 2023 il numero di lavoratori dipendenti nel settore privato (esclusi operai agricoli e domestici) ha raggiunto17.382.601 unità, registrando un incremento del 2,3% rispetto all’anno precedente.
Tra i lavoratori gli operai rappresentano il 55% del totale (9.628.133), seguiti dagli impiegati (37%), apprendisti (4%), quadri (3%) e dirigenti (0,8%). Geograficamente il 31,5% dei lavoratori dipendenti si concentra nelle regioni del Nord-ovest, seguito dal Nord-Est (23,4%), Centro (20,7%), Sud (17%) e Isole (7,3%). Solo lo 0,1% dei lavoratori opera all’estero. Le retribuzioni medie risultano maggiori nelle regioni del Nord, con 27.852 euro nel Nord-ovest e 24.838 euro nel Nord-est. Il Centro registra una media di 22.987 euro, mentre il Sud e le Isole presentano retribuzioni medie di 17.631 e 17.285 euro, rispettivamente.
Nel 2023 il numero di lavoratori dipendenti intermittenti con almeno una giornata retribuita è stato di 722.935, evidenziando un aumento del 4% rispetto al 2022. Quasi i due terzi di questi lavoratori sono impiegati nelle regioni del Nord, con una prevalenza femminile (52%). La retribuzione media annua per i lavoratori intermittenti si attesta a 2.579 euro, con picchi nelle fasce d’età più elevate.
Per quanto riguarda i lavoratori in somministrazione, nel 2023 sono stati registrati 938.397 dipendenti, in calo rispetto all’anno precedente (-3,7%). Anche in questo caso, la maggior parte dei lavoratori è di sesso maschile (57,3%). La retribuzione media per i lavoratori in somministrazione è di 10.092 euro, con valori più elevati per gli uomini (11.293 euro) rispetto alle donne (8.479 euro). La distribuzione geografica dei lavoratori in somministrazione mostra che il 68,7% è impiegato nelle regioni del Nord, il 18,2% al Centro, il 9,9% al Sud e il 3,2% nelle Isole.
Nella ripartizione per genere 17.382.601 lavoratori del settore privato i maschi costituiscono il 57% della distribuzione complessiva. La retribuzione media annua si attesta a 23.662 euro con una media di 246 giornate. La retribuzione media annua mostra un trend crescente con l’aumentare dell’età, fino alla fascia 55-59 anni, ed è significativamente più alta per i lavoratori maschi, con un valore di 27.080 euro rispetto ai 19.083 euro delle lavoratrici femmine, circa 8.000 euro in più.