Che fine ha fatto il contratto di apprendistato nel pubblico impiego? Il «Decreto Reclutamento» (D.L. 80/21) ha introdotto per le pubbliche amministrazioni italiane la possibilità di stipulare, seppure in deroga al regime ordinario, contratti di apprendistato, destinati a giovani neo diplomati e studenti universitari compresi i dottorandi di ricerca. L’art. 2 del Decreto Legge prevede infatti la possibilità di attivare, in relazione a specifici progetti di formazione e lavoro, contratti di apprendistato professionalizzante (c.d. “secondo livello”) e di alta formazione e ricerca (c.d. “terzo livello) per coinvolgere in percorsi di formazione e lavoro giovani già in possesso di diploma secondario superiore, e studenti iscritti a percorsi terziari accademici, dalla laurea fino a master e dottorato di ricerca.
In seguito è stato emanato il Decreto 23 marzo 2022, titolato “Esperienze di formazione e lavoro professionalizzanti per giovani nella pubblica amministrazione”. Il decreto individua le modalità attuative con cui le amministrazioni pubbliche possono attivare specifici progetti di formazione e lavoro per l’acquisizione, attraverso contratti di apprendistato, anche nelle more della disciplina dei rispettivi contratti collettivi nazionali di lavoro, di competenze di base e trasversali, nonché per l’orientamento professionale di studenti universitari. In realtà il decreto poco dice sui contratti di apprendistato e regola due forme di programmi per i giovani: Tirocinio PA e dottorato in PA.
Il primo, ha l’obiettivo di promuovere l’orientamento professionale di studenti universitari iscritti alle lauree magistrali oppure ad anni successivi al terzo delle lauree magistrali a ciclo unico, al fine di attivare tirocini curricolari della durata di sei mesi presso le amministrazioni pubbliche, connessi con la stesura della tesi di laurea magistrale. I tirocini si svolgono prevalentemente in presenza e prevedono il riconoscimento di un’indennità di partecipazione. Al programma possono partecipare gli studenti con età inferiore a ventotto anni, iscritti a corsi di laurea magistrale 8 (o a corsi di laurea magistrale a ciclo unico) con media voto non inferiore a 28/30 e in possesso del 30% dei crediti formativi universitari previsti dal ciclo di studi. Il programma è finanziato nel limite di 400 mila euro all’anno.
Il programma dottorato InPa, invece, è finalizzato al conseguimento di dottorati di ricerca attraverso l’attivazione di contratti di apprendistato di alta formazione e ricerca. Possono accedere al programma i cittadini italiani o di uno degli Stati membri dell’UE o stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, fino all’età di 29 anni, in possesso di laurea magistrale o titolo equipollente, con voto di laurea non inferiore a 105/110, iscritti al portale del reclutamento del Dipartimento della funzione pubblica Inpa. Il contratto prevede una retribuzione pari a 30.000 euro lordi l’anno, ed è finanziato nel limite di 600.000 euro all’anno. I due programmi prevedono l’emanazione di avvisi pubblici del Dipartimento della funzione pubblica con la Scuola Nazionale dell’amministrazione (nel primo caso anche con il Formez) da pubblicare sul sito per invitare le amministrazioni pubbliche ad aderire ai programmi.
A distanza di quasi un anno dall’emanazione del decreto, però, non risultano ancora emanati i bandi necessari ad avviare i programmi. È un peccato, perché si parla sempre più di attrarre i giovani nella PA e quando si può attivare uno strumento utile proprio per i giovani le Pubbliche Amministrazioni non lo utilizzano. Il contratto di apprendistato sarebbe l’ideale completamento del percorso intrapreso nei CCNL, nell’ambito dei nuovi sistemi di classificazione del personale, per la costruzione delle e dei “nuovi profili professionali” e delle competenze ad essi collegate. Come più volte detto su questo blog siamo in una fase di transizione delle amministrazioni ed è necessario costruire le organizzazioni e di conseguenza assumere le competenze necessarie per il prossimo 10/15 anni. Una formazione on the job consentirebbe ai giovani di acquisire le competenze necessarie per le amministrazioni pubbliche soprattutto volte all’innovazione organizzativa e tecnologica. Ma soprattutto l’apprendistato di alta formazione e ricerca consentirebbe uno stretto collegamento con le Università per adeguare i corsi di studi alle necessità professionali delle pubbliche amministrazioni. Una occasione unica, imperdibile eppure, per ora, non perseguita. Le pubbliche amministrazioni che vogliono rinnovarsi devono aprirsi ai giovani. Ho fatto una proposta di che è stata accolta da alcune istituzioni anche universitarie e presenteremo questa iniziativa in occasione del prossimo ForumPA.
Antonio Naddeo, presidente Aran
(da Antonionaddeo.blog)