“Noi non dobbiamo rientrare nella Fca. Ci siamo già. Semmai si tratta di riaprire la possibilità di contrattare in azienda.” Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil, nell’intervento con cui, a fine mattinata, ha concluso la prima parte dei lavori del Convegno intitolato, appunto, “Ci siamo.La Fiomin Fca. Contrattare il domani” che si è svolto oggi a Napoli.
A monte di questa iniziativa nazionale, che ha visti riuniti presso l’hotel Ramada delegati Fiom provenienti dagli stabilimenti Fca e Cnhi di tutta Italia, ci sono due fatti.
Il primo fatto è che l’anno prossimo, e cioè nel 2018, scadrà il cosiddetto Contratto collettivo specifico di lavoro (Ccsl) attualmente in vigore in questi stessi stabilimenti. Un contratto che, a sua volta, è il frutto dell’uscita della Fiat da Confindustria e della volontà di Marchionne di avere un suo contratto collettivo di gruppo, indipendente dal contratto nazionale dei metalmeccanici. E alla cui genesila Fiomè rimasta del tutto estranea.
Il secondo fatto è che, a fine novembre del 2016,la Fiomha invece firmato, insieme a Fim-Cisl e Uilm-Uil, il contratto nazionale stipulato con Federmeccanica. Dopo anni di rotture e accordi separati, i tre maggiori sindacati della categoria sono quindi riusciti a ritrovare l’unità proprio nell’atto sindacalmente più importante: quello che ha dato vita al nuovo contratto.
A questo si aggiunga che, nelle elezioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, svoltesi in questi mesi in buona parte degli stabilimenti di Fca e Cnhi,la Fiomha conseguito dei risultati confortanti. Secondo Landini, fin qui gli Rls sono stati eletti in stabilimenti in cui sono occupati circa 60mila lavoratori, sugli 80mila complessivamente impiegati nel gruppo. Ela Fiomrisulterebbe come il sindacato che ha avuto più voti.
Da tutto questo, Landini ha ricavato che ci sono degli spazi per una rinnovata azione sindacale della Fiom nel gruppo Fca-Cnhi. E che il suo sindacato può e deve aprire il dibattito sull’impostazione di una piattaforma rivendicativa relativa al gruppo stesso. Il che, a quanto si comprende, dovrebbe implicare anche l’apertura di un dialogo con Fim e Uilm sui temi specifici del gruppo.
Nel corso del convegno, aperto dalla relazione di Michele De Palma, responsabile auto della Fiom, e concluso da Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, nessuno si è nascosto le difficoltà di un simile progetto. Il parere diffuso tra i delegati che hanno animato il dibattito, è che il Contratto collettivo specifico di lavoro di Fca e Cnhi sia costruito in modo tale da impedire, di fatto, la contrattazione dell’organizzazione del lavoro nei singoli stabilimenti. E ciò proprio quando i profondi rivolgimenti che stanno agitando, a livello globale, il mondo dell’auto, renderebbero necessarie discussioni ravvicinate sulle missioni produttive delle singole fabbriche.
“Di lavoro da fare ce n’è dunque molto”, ha concluso Susanna Camusso. Aggiungendo subito dopo: “E lo faremo tutti insieme”. Quasi a sancire la ritrovata unità tra i gruppi dirigenti di Fiom e Cgil che ha segnato la parte più recente della vita interna della confederazione di corso d’Italia.
F.L.