“Non abbiamo consentito né a Berlusconi né a Renzi di cambiare la Costituzione, e continueremo a difenderla. La nostra Carta si applica, non si modifica”. Maurizio Landini non nomina mai direttamente Giorgia Meloni, ma è evidente che è a lei che si riferisce quando, concludendo l’assemblea dei delegati convocata a Bologna, scandisce: “per noi la Costituzione è un riferimento fondamentale non solo perché Giuseppe Di Vittorio partecipò alla sua stesura, ma perché per noi quella è un Carta che deve essere applicata e non modificata”.
Dunque, no ai progetti di cui si parla in questi giorni, che siano la bicamerale o dell’elezione diretta del capo dello stato, entrambe ipotesi lanciate dalla leader di Fratelli d’Italia: “se c’è una cosa che funziona in Italia è proprio la presidenza della Repubblica, a me pare incredibile che qualcuno la voglia modificare”, sottolinea ancora Landini, ricordando poi che sia quando Silvio Berlusconi presentò la sua proposta di modifica costituzionale, sia quando la stessa operazione fu tentata da Matteo Renzi, la Cgil si trovò in prima linea nello schieramento del “no” al referendum che avrebbe dovuto approvare le modifiche. Che infatti vennero respinte in entrambi i casi. Stessa sorte, sembra promettere il leader della Cgil, toccherebbe a una eventuale modifica proposta dal prossimo governo.
Landini, per contro, chiede invece un impegno a cambiare il Rosatellum: “Se c’è una cosa che non funziona è la legge elettorale fatta da questo parlamento e che non è stata modificata, malgrado si fossero tutti impegnati a farlo. Mi chiedo – aggiunge rivolto alla platea dei 5 mila delegati – se qualcuno di voi è in grado di dire chi è il candidato che dovrà votare nel suo collegio. Io penso di no, che non lo sappia nessuno. È anche questo stato di cose che ha causato la rottura, la crisi, il distacco tra la politica e i cittadini, e da qui occorre ripartire per rimediare”.
Nunzia Penelope