La lettera, indirizzata a tutte le strutture, è arrivata nel fine settimana: quattro pagine, firmate da Maurizio Landini, per annunciare una ‘’riorganizzazione’’ del sistema di comunicazione della Cgil. Ma sarebbe più adeguato parlare di vera e propria ‘’rivoluzione’’. Il succo, in breve, è il seguente: sarà creata una nuova società ad hoc, con l’apporto di una azienda del settore esterna alla Cgil, che gestirà tutta la comunicazione. A capo ci sarà un giornalista di lungo corso, Gabriele Polo, già direttore del Manifesto, nonché spin doctor di Landini negli anni della Fiom, che assumerà il ruolo di direttore della comunicazione Cgil.
Ma non solo: sarà creata anche una nuova piattaforma digitale, intesa come ‘’strumento unico aggregante della nuova area comunicazione’’, che consentirà alla Cgil di ospitare e offrire contenuti audio video, news, eccetera, realizzando un proprio palinsesto di informazione, ma che soprattutto si pone l’obiettivo di diventare ‘’un osservatorio permanente socioeconomico”, in grado di gestire sondaggi e “di misurare e verificare l’efficacia del messaggio Cgil”.
Il progetto è stato studiato da una società del settore, la Assist Group di San Polo d’Enza, che ha tra i suoi clienti grandi marchi come Ferrero, Enel, Poste, Pirelli, Intesa, e il cui amministratore delegato e presidente, Gianni Prandi, è un vecchio conoscente dello stesso Landini. In virtu’ di questo rapporto, spiega lo stesso segretario generale, la Assist Group ha accettato di mettere a disposizione gratuitamente i suoi 32 anni di esperienza nel settore, elaborando un progetto che consenta alla confederazione di fare il grande salto nella comunicazione ‘’moderna’’.
Perché questo, infatti, è il problema: i metodi di comunicazione del primo sindacato italiano non sono forse più adeguati ai tempi. Era quindi necessario, scrive Landini nella lettera alle strutture, ‘’un profondo cambiamento’’. E poiché in passato il tema era stato affrontato più volte ma senza esito, ‘’ho pensato -prosegue il segretario generale- che fosse necessario mettere in campo competenze ed esperienze anche esterne alla nostra organizzazione’’.
Non si tratta, ovviamente, di una improvvisazione: per mettere a punto il progetto si sono tenute moltissime riunioni interne, ben 147 tra assemblee e incontri con tutte le persone che, a vario titolo, si occupano della comunicazione, e che dovranno confluire nel nuovo sistema: dall’ufficio stampa confederale alla casa editrice Ediesse, al Cesi ( il centro informatico confederale), alle categorie nazionali. Insomma, un lungo percorso che alla fine ha portato a produrre due corposi documenti, nei quali vengono illustrate le ragioni, le linee guida e gli obiettivi della riorganizzazione. Tra questi ultimi, nella lettera si parla anche di ‘’aumentare il numero degli iscritti alla nostra organizzazione, invertendo la tendenza in atto negli ultimi anni’’, ma anche di ‘’rendere redditizie tutte le attività editoriali e di comunicazione”. Insomma, l’intenzione e’ di fare sul serio.
Nunzia Penelope