“Quella in atto nello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco si conferma come una consultazione illegittima, nella quale la libera volontà dei lavoratori viene coartata e distorta”. Lo dice il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, per il quale il “quesito stesso della consultazione è evidentemente privo di validità, in quanto si chiede ai lavoratori se sono d’accordo o no a far venire la Panda nello stabilimento”. “Non si può domandare alle persone se vogliono lavorare o no, spiega, quando le condizioni di lavoro sono in deroga ai contratti e alle leggi e in contrasto con diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Un quesito di questo genere è quindi assolutamente privo di validità morale e legale”. Poi a suo giudizio la consultazione, “che non ha nulla a che vedere con il referendum sindacale disciplinato dall’art. 21 dello Statuto dei diritti dei lavoratori (legge 20 maggio 1970, n. 300), si svolge in una giornata pagata ad hoc dalla Fiat, con pesantissime interferenze e pressioni da parte della direzione aziendale: si va dalla presenza ai seggi di rappresentanti dell’azienda, alla consegna ai lavoratori e alla proiezione nei reparti di dvd che invitano a votare sì. Tutto ciò avviene, peraltro, in un clima generale di intimidazione”.
Pertanto la Fiom, giudicando la consultazione illegittima e a prescindere dall’esito, nel rispetto delle decisioni assunte all’unanimità dal comitato centrale e dall’assemblea degli iscritti di Pomigliano, “conferma la decisione di non sottoscrivere l’intesa separata”.
Contemporaneamente, la Fiom ribadisce la propria disponibilità ad una vera trattativa per garantire il rilancio dello stabilimento di Pomigliano nell’ambito del contratto nazionale e delle leggi vigenti.