“A questo punto la palla passa alla Fiat: ha fatto un accordo separato, ha fatto organizzare un referendum, voleva il plebiscito e non l’ha avuto: decida la Fiat che cosa fare”. Così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha fatto il punto sulla situazione dello stabilimento Fiat di Pomigliano, a margine del comitato centrale dell’organizzazione, che si é riunito in forma pubblica stamattina, davanti a Montecitorio, prima di depositare alla Camera una proposta di legge di iniziativa popolare sulla rappresentanza sindacale.
“Se la Fiat decidesse di riaprire la trattativa – ha ribadito Landini – per noi gli oggetti della discussione sono precisi: evitare che ci siano violazioni costituzionali, di legge e di contratto, mentre sul fare i turni, sul far funzionare la fabbrica noi siamo disponibili e pronti a fare qualsiasi trattativa perché vogliamo l’investimento e vogliamo che la gente lavori”.
Sul possibile ruolo di mediazione del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, o in generale del governo, il leader della Fiom si é mostrato perplesso: “Sacconi – ha detto – non può fare mediazioni perché non é super partes: é stato di parte. E’ intervenuto e ha invitato i lavoratori a votare sì: é super partes, lui? E’ alla Fiat che noi chiediamo di riaprire la trattativa. Quanto al governo, potrebbe fare la sua parte, facendo finalmente una politica industriale come succede negli altri Paesi dove ci sono le automobili. Francia, Germania e Stati Uniti stanno spendendo soldi pubblici ma per dire alle imprese che devono innovare i prodotti, tenere lì le produzioni, qualificare la componentistica: in Italia tutto questo non si fa”. (FRN)
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