La Fiom non firmerà il testo proposto per la ex Bertone per le stesse ragioni per cui non ha firmato i testi imposti dalla Fiat per Pomigliano e Mirafiori. A dirlo è il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, nel corso della conferenza stampa organizzata dalla federazione dei metalmeccanici della Cgil. La Fiom oggi ha confermato di voler mantenere la sua posizione, di rifiutare nuovamente il contratto di primo livello applicato a Pomigliano e Mirafiori, di voler procedere con i ricorsi contro le newco Fiat.
“Le lavoratrici e i lavoratori della Bertone sono stati sottoposti dalla Fiat a un doppio ricatto”, osserva Landini, perché la Fiat ha minacciato di non fare investimenti da una parte e dall’altra di riconsegnare la Bertone alla procedura concorsuale, il che equivale al licenziamento collettivo dei 1.000 dipendenti.
Di fronte a questo doppio ricatto, continua il leader della Fiom, la Rsu ha spinto i lavoratori a votare a favore dell’investimento, dichiarando comunque di non essere d’accordo con i contenuti dell’ipotesi d’accordo e invitando la Fiom a non firmare e a proseguire con l’azione legale. Questa scelta, ha spiegato, non è in conflitto con la strategia della Federazione, anzi ne è parte.
Landini ha ribadito l’illegittimità dei referendum, che sono “finti” perché “le persone non sono libere di dire quello che pensano”. “Allo stesso tempo, dice, questo risultato toglie qualsiasi alibi alla Fiat che ora deve dire cosa intende fare”. Infatti secondo il sindacalista la decisione dell’azienda di procedere con l’investimento non è scontata, dal momento che in un comunicato la Fiat ha dichiarato di confermare il via libera al piano investimenti, ma “in presenza della firma di un accordo e dell’esistenza delle condizioni applicative necessarie”.
Per Landini questa operazione della Fiat rappresenta una “forzatura politica”, perché i lavoratori con il loro sì hanno dimostrato di voler lavorare. Ma la Fiom continuerà a non firmare perché, ha detto, il nuovo contratto “mette in discussione l’esistenza del contratto nazionale, oltre che dei diritti dei lavoratori”.
Intanto procedono le pratiche di ricorso presentate dalla Fiom al tribunale di Torino (che discuterà dell’argomento il 18 giugno) contro le newco. Due gli elementi fondamentali contestati dalla Fiom: l’aggiramento del trasferimento d’impresa e il carattere antisindacale del nuovo contratto.
In merito alla decisione dei delegati Fiom di dimettersi per poter così permettere la nuova elezione della Rsu alla Bertone Landini ha sottolineato che la decisione rappresenta “un fatto di grande dignità” sia sul piano politico, per verificare il mandato della Rsu, che su quello della dignità delle persone.
Infine due parole anche per gli altri sindacati e il governo. A Cisl e Uil Landini rimprovera di non aver solidarizzato con i lavoratori, né tanto meno aver dimostrato la volontà di fare i loro interessi. Questo perché entrambe le confederazioni nell’ultimo incontro con Marchionne hanno ribadito la richiesta che l’investimento fosse comunque effettuato, anche da un’altra parte, qualora la Rsu e i lavoratori l’avessero respinto.
Al governo la Fiom rimprovera di essere assente, soprattutto di fronte alla minaccia dell’azienda di abbandonare il Paese. Ma anche rispetto ad altre questioni quali Termini Imerese dove ormai la situazione è diventata insostenibile.
Ancora, il leader dei metalmeccanici della Cgil si è espresso sulla rappresentanza sindacale: “Servono regole a livello di categoria”, ha detto, e “noi siamo tra i pochi a non averle”.